Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha molto a cuore il tema delle problematiche legate alla colpa professionale medica; per questo motivo con decreto ministeriale del 28 marzo 2023 ha istituito la Commissione per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica, detta anche Commissione d’Ippolito, dal nome del magistrato che la presiede, Adelchi d’Ippolito.
Il Ministro Nordio ha affidato alla Commissione d’Ippolito due importanti compiti relativi alla responsabilità sanitaria:
1)esplorare l’attuale quadro normativo e giurisprudenziale in cui si inscrive la responsabilità colposa sanitaria per discuterne i limiti e le criticità e proporre un dibattito in materia di possibili prospettive di riforma,
2)proporre un’approfondita riflessione e un accurato studio sul tema della colpa professionale medica ai fini di ogni utile successivo e ponderato intervento, anche normativo.
Leggi anche
I membri della Commissione
Per portare a termine questo importante compito, al fine di redigere una riforma della responsabilità sanitaria che faccia scomparire l’odioso fenomeno – sempre più diffuso – della medicina difensiva, il Ministro della Giustizia ha riunito un gruppo eterogeneo di professionalità giuridiche e mediche, che insieme al presidente d’Ippolito hanno studiato, per più di un anno, le problematiche legate alla responsabilità professionale, nelle persone di:
- Matteo Caputo, professore ordinario di diritto penale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano,
- Cristina Capranica, Consigliere presso la Corte di Appello di Roma,
- Enrico Elio Del Prato, professore ordinario di diritto civile presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Sapienza di Roma,
- Lucio Di Mauro, Segretario nazionale della SIMLA - Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni,
- Vittorio Fineschi, professore ordinario per il settore scientifico disciplinare Medicina Legale presso l’Università Sapienza di Roma,
- Antonio Fiorella, professore emerito di diritto penale presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Sapienza di Roma,
- Alessandra Lorenzi, Avvocato del foro di Treviso,
- Giulio Maira, Adjunct Professor di Neurochirurgia presso l’Università Humanitas di Milano,
- Francesco Musumeci, Cardiochirurgo, Direttore UOC di Cardiochirurgia e dei Trapianti di Cuore Azienda Ospedaliera San Camillo presso il Forlanini di Roma,
- Valentina Noce, Segretario particolare del Ministro della Giustizia,
- Antonella Polimeni, Rettrice dell’Università Sapienza di Roma,
- Giuseppina Rubinetti, Capo segreteria del Ministro della Giustizia,
- Giovanni Scambia, Medico chirurgo, professore ordinario Istituto di clinica ostetrica e ginecologica ospedale Gemelli di Roma
- Attilio Zimatore, professore ordinario di Istituzioni di diritto privato presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Luiss Guido Carli di Roma.
Leggi anche
Le novità in materia di responsabilità professionale suggerite dalla Commissione d'Ippolito
La Relazione tecnica conclusiva dei lavori della Commissione, contenente le proposte per migliorare la legge sulla responsabilità professionale, è stata consegnata al Ministro Nordio proprio pochi giorni fa, ma il testo non è stato ancora reso noto.
Nel corso di questi mesi, tuttavia, il Presidente d’Ippolito ha fatto trapelare alcune novità durante i suoi interventi tecnici a convegni e congressi del settore, da ultimo il Congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni che si è tenuto il 24 e 25 ottobre presso l’Università La Sapienza di Roma.
La Commissione d’Ippolito ha potuto verificare, durante il suo lavoro di studio, che su 100 denunce penali contro i medici meno del 5% giunge a sentenza di condanna: nel 95% dei casi, perciò, gli atti a disposizione delle Procure della Repubblica non consentono di formulare nei confronti dei sanitari una ragionevole previsione di condanna poiché, di fatto, infondate.
Ogni denuncia, tuttavia, corrisponde un calvario giudiziario e mediatico per un medico, che si trova risucchiato in un calderone che ne va a compromettere l’immagine e la reputazione, con ripercussioni pesanti sulla vita personale e professionale; inoltre, da ogni denuncia scaturisce inevitabilmente, per il medico, la necessità di difendersi con l’assistenza di professionisti del settore (avvocati, consulenti di parte), con notevole esborso di denaro.
La Commissione d’Ippolito ha perciò proposto al Ministro della Giustizia di introdurre nell’ordinamento giuridico italiano un nuovo strumento, che dovrebbe servire a scongiurare le denunce strumentali o infondate: la notizia criminis temeraria, vale a dire una denuncia palesemente infondata da sanzionare con una sanzione pecuniaria a carico del denunciante.
Depenalizzazione dell'atto medico
Considerato che i medici da tempo chiedono la depenalizzazione dell’atto medico, la Commissione d’Ippolito si è occupata di tale aspetto, ritenendolo tuttavia poco praticabile perché contrario al principio di eguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione, in virtù del quale tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.
La Commissione ha perciò suggerito al Ministro di elaborare un testo legislativo che riduca il perimetro della colpa medica, limitando la responsabilità del sanitario ai soli casi di colpa grave ed escludendo quelli di colpa lieve, attualmente puniti dalla legge penale.
Sotto il profilo civilistico, invece, la Commissione ha proposto di mantenere la distinzione tra responsabilità contrattuale della struttura sanitaria ed extracontrattuale del professionista medico, uniformando però il regime probatorio e introducendo a carico del paziente/danneggiato l’onere di fornire al giudice la prova del danno subito e del nesso causale con la condotta sanitaria.
Leggi anche
Che fine faranno le linee guida?
Infine, la Commissione ha ritenuto di dover ridurre il riferimento alle linee guida, che secondo quanto riferito dalla componente medica della Commissione nascono già vecchie, poiché hanno dei tempi di accreditamento eccessivamente lunghi rispetto a quelli della ricerca scientifica: in effetti, ad oggi in Italia sul sito del Ministero della Salute troviamo poco più di 100 linee guida pubblicate, limitate ad alcune piccole aree della medicina.
Nella futura riforma della legge Gelli Bianco, perciò, il riferimento alle linee guida dovrebbe scomparire o comunque essere fortemente ridimensionato, a favore delle buone pratiche clinico assistenziali specifiche per il caso concreto affrontato dal sanitario.
Infine, per fornire un’assistenza specialistica al professionista sanitario che debba affrontare un processo in materia di colpa medica, si è pensato di valorizzare l’alta specializzazione dei consulenti tecnici: secondo la proposta della Commissione, infatti, i ctu dovrebbero avere una professionalità non solo specifica della materia, ma quantomeno pari a quella del medico che devono valutare.
La proposta della Commissione, inoltre, chiede di valorizzare ancor più il principio della rotazione degli incarichi consulenziali all’interno degli uffici giudiziari, in modo da evitare che le cause di colpa medica vengano assegnate sempre e solo allo stesso ristretto gruppo di consulenti.
Queste, ad oggi, le uniche novità trapelate dal Presidente della Commissione; adesso è tutto in mano al Ministero della Giustizia e al Governo, che dovrà avere il coraggio di seguire la scelta di dedicarsi allo studio delle criticità della responsabilità sanitaria e redigere una riforma sulla scorta delle indicazioni fornite dalla Commissione.
Consulcesi seguirà da vicino l’iter che – si spera – porterà a una nuova legge sulla responsabilità professionale, e terrà aggiornati tutti i suoi lettori.