Come aprire una farmacia in Italia nel 2025: requisiti, iter, costi e opportunità

Scopri come aprire una farmacia in Italia: requisiti personali e societari, licenze, costi, iter burocratico e opportunità di investimento.

Sommario

  1. Requisiti professionali indispensabili
  2. Iter burocratico: dalla licenza all’avvio dell’attività
  3. Costi iniziali: quanto serve per partire
  4. Tipologie di farmacia: privata o pubblica
  5. Opportunità di investimento e consigli pratici

Aprire una farmacia in Italia continua a rappresentare un investimento importante e regolamentato da norme precise. Non basta avere conoscenze scientifiche: servono anche competenze imprenditoriali, pianificazione accurata e rispetto di una serie di requisiti burocratici. Le norme sono pensate per garantire servizi farmaceutici accessibili e capillari sul territorio, evitando concentrazioni e garantendo l’equilibrio tra domanda e offerta di farmaci.

Requisiti professionali indispensabili

Per intraprendere questa attività è fondamentale possedere una laurea in Farmacia o in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e aver superato l’esame di abilitazione professionale. Questo garantisce non solo la competenza tecnica necessaria alla gestione dei farmaci, ma anche la capacità di fornire consulenze qualificate ai cittadini. Oltre al titolo accademico, è obbligatoria l’iscrizione all’Albo dei Farmacisti, che rappresenta una garanzia di professionalità e rispetto degli standard sanitari.

La normativa italiana pone anche limiti chiari sul controllo delle farmacie: un singolo soggetto non può gestire più del 20% delle farmacie presenti in una regione. Questo vincolo serve a prevenire concentrazioni eccessive e a garantire una distribuzione capillare dei servizi farmaceutici, soprattutto nelle aree meno servite.

Iter burocratico: dalla licenza all’avvio dell’attività

Aprire una farmacia non significa solo avere la preparazione professionale: occorre seguire un percorso burocratico articolato. La prima tappa è l’ottenimento della licenza farmaceutica, che può derivare da concorso pubblico, acquisto da un titolare esistente o successione. Il costo varia notevolmente, oscillando tra 150.000 e 400.000 euro, in base alla posizione e al potenziale commerciale della farmacia.

Successivamente, è necessario ottenere l’autorizzazione sanitaria dall’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di competenza. Questa autorizzazione richiede la presentazione di documentazione tecnica dettagliata, che comprende planimetrie, certificazioni degli impianti e dichiarazioni di conformità.

Per la vendita dei medicinali è obbligatorio ottenere il codice di tracciabilità del farmaco dal Ministero della Salute, tramite invio telematico della documentazione via PEC. Inoltre, ogni farmacia deve essere iscritta al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio, con pagamento dei relativi diritti annuali, e comunicare ufficialmente l’avvio dell’attività al Comune tramite la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA).

Costi iniziali: quanto serve per partire

Oltre al costo della licenza, aprire una farmacia comporta investimenti significativi nell’allestimento del locale. Arredi, attrezzature tecnologiche e software gestionale possono richiedere mediamente 100.000 – 200.000 euro, a cui si aggiungono le spese per l’affitto o l’acquisto del locale, che possono variare tra 18.000 e oltre 60.000 euro annui.

Un altro elemento importante riguarda le scorte iniziali di farmaci e prodotti: la quantità e la tipologia di prodotti dipenderanno dalla dimensione della farmacia, dall’area di riferimento e dalle necessità della clientela locale. Una gestione accurata delle scorte iniziali è fondamentale per evitare sprechi e garantire la disponibilità dei prodotti più richiesti.

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Tipologie di farmacia: privata o pubblica

In Italia convivono due principali modelli di farmacia. Le farmacie private sono gestite da un singolo farmacista o da una società, e l’accesso avviene tramite concorso, acquisto o successione. Il titolare ha piena responsabilità sulla gestione, dalle forniture alla strategia commerciale.

Le farmacie pubbliche, invece, sono gestite dal Comune o da aziende municipali, e l’accesso è consentito solo a chi supera un concorso pubblico. Queste farmacie si concentrano spesso in zone con minore densità abitativa, dove rappresentano un servizio essenziale per la comunità.

Opportunità di investimento e consigli pratici

Investire in una farmacia può essere redditizio, ma richiede un’analisi attenta del mercato locale. La posizione della farmacia è fondamentale: aree ad alta densità abitativa o zone con scarsa concorrenza offrono maggiori opportunità di crescita. È importante valutare la concorrenza esistente e capire quali servizi o prodotti differenzianti si possono offrire, come consulenze personalizzate, prodotti naturali o servizi per la salute della comunità.

Il successo di una farmacia dipende anche dalla gestione operativa: è consigliabile pianificare un business plan dettagliato, con stime sui costi e ricavi, strategie di marketing e gestione delle risorse umane. Affidarsi a consulenti esperti in diritto sanitario e gestione aziendale può aiutare a navigare l’iter burocratico e a ottimizzare gli investimenti iniziali.

Infine, la capacità di aggiornarsi costantemente sulle normative e sulle nuove opportunità di mercato, come la vendita online o i servizi di telemedicina, rappresenta un elemento cruciale per garantire la sostenibilità e la competitività dell’attività nel lungo periodo.

Aprire una farmacia in Italia nel 2025 resta quindi un percorso impegnativo ma potenzialmente molto remunerativo. Con la giusta pianificazione, competenze professionali e un approccio strategico alla gestione, la farmacia può diventare non solo un’attività commerciale, ma un vero punto di riferimento per la comunità.

Di: Viviana Franzellitti, giornalista

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