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Sigarette e giovani: lo stato dell’arte in Italia e il ruolo del team odontoiatrico

31/05/2023

Sigarette tradizionali, e-cigarette, dispositivi a tabacco riscaldato: in Italia il numero dei fumatori non accenna a diminuire. In occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2023, raccontiamo le ultime indagini sulla diffusione della dipendenza a partire dai giovanissimi e cosa i professionisti della salute orale “possono e devono fare” nella lotta al tabagismo.

Sigarette e giovani: lo stato dell’arte in Italia e il ruolo del team odontoiatrico

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il fumo di tabacco è la seconda causa di morte nel mondo (dopo l’ipertensione), rappresenta la più grande minaccia per la salute ed è classificato come il primo fattore di rischio a li­vello mondiale per lo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili. Si stima sia responsabile di circa 8 milioni di decessi l’anno e si contano circa 1 miliardo di fumatori al mondo.

 

In Italia, a vent’anni dall’introduzione della Legge Sirchia volta a tutelare la salute dei non fumatori e a disincentivare il tabagismo, il numero dei fumatori risulta pressoché stabile, e anzi in lieve aumento, con variazioni nell’età di inizio e dei prodotti consumati. Secondo le ultime stime dell’ISS infatti, nel nostro Paese nel 2022 si è registrato un incremento pari a 2 punti percentuali (rispetto alle rilevazioni del 2019), per un totale di 800mila nuovi fumatori.

 

Sigarette: gli ultimi dati su consumi e abitudini

 

Tra i più recenti dati relativi al consumo di sigarette in Italia emergono quelli contenuti nella IV edizione del realizzato dall’ISS nell’anno 2021/2022 il “Global Youth Tobacco Survey (GYTS)”. Utilizzando un questionario cartaceo e coinvolgendo un campione rappresentativo a livello nazionale di scuole italiane (pubbliche e private), per un totale di 2069 ragazzi 13-15enni, l’indagine scatta una fotografia non solo su abitudini, conoscenze e attitudini dei più giovani verso le sigarette tradizionali ed elettroniche ma per la prima volta anche verso i dispositivi a tabacco riscaldato (HTP – Heated Tobacco Products).

 

Da quanto emerge dal GYTS, nel 2022 sono diminuiti i giovanissimi che fumano prevalentemente/esclusivamente sigarette tradizionali (2%) mentre “la grande maggioranza fa un uso concomitante di sigarette tradizionali, e-cig e prodotti a tabacco riscaldato”. Sempre dall’indagine, si registra un aumento dell’uso di sigarette elettroniche (rilevato per la prima volta con l’indagine del 2018, e salito in 4 anni dal 18% al 20%) mentre il dispositivo a tabacco riscaldato (HTP) viene utilizzato dal 14% dei current users (12% maschi e 16% femmine).

 

“Per la prima volta nel 2022 si registra un maggior utilizzo di questi prodotti fra le ragazze rispetto ai loro coetanei maschi”, – scrivono ancora dall’Istituto Superiore di Sanità, aggiungendo inoltre che le misure contenute nel decreto “Tabacchi” del 2016, che prevedono “l’inasprimento delle sanzioni per inosservanza del divieto di vendita ai minori di prodotti del tabacco e sigarette elettroniche”, non sono ancora state tradotte in una “piena inaccessibilità per i minori a questi prodotti”.

 

Secondo l’indagine, infatti, alla domanda “come ti sei procurato le sigarette negli ultimi 30 giorni?” sia per quanto riguarda quelle tradizionali che i nuovi prodotti, quasi la metà dichiara di averle ottenute da un parente o un amico, mentre un 13-15enne su 4 si è procurato le sigarette direttamente al tabaccaio (erano il 49% nel 2010) e il 14% dichiara di aver acquistato e-cig o HTP direttamente dai rivenditori.

 

Tra i current smokers (ossia coloro “che hanno fumato almeno una volta negli ultimi 30 giorni”) il 73% dichiara di non aver ricevuto alcun rifiuto dal tabaccaio quando ha cercato di comprare le sigarette nonostante la minore età (percentuale che nel 2010 raggiungeva il 92%), con quote simili registrate tra coloro che hanno cercato di acquistare e-cig o HTP, riportano dall’ISS.

 

Danni del fumo e prevenzione: il ruolo del team odontoiatrico

 

“Questi dati confermano ancora una volta che molto di più si può e si deve fare nella prevenzione dell’abitudine al fumo, a partire proprio tra più giovani e ampliando lo sguardo anche sui nuovi prodotti”, commenta Giacomo Arduino, professore associato di malattie odontostomatologiche all’Università di Torino, Dirigente medico di primo livello presso la Dental School di Torino, nonché docente del nuovo corso di formazione aggiunto all’ampio catalogo ConsulcesiFumo e nicotina: fattori di rischio per la salute orale”.

 

Nella lotta a questa dipendenza, prosegue Arduino nel corso ECM in formato multimediale, un ruolo cruciale può e deve essere giocato dal team odontoiatrico attraverso il counseling e l’educazione sanitaria.

 

“Lo studio odontoiatrico può essere il setting ideale per attuare interventi di sensibilizzazione – spiega infatti il docente – poiché i professionisti della salute orale passano molto più tempo con i pazienti, tra cui bambini, giovani e donne in età fertile, rispetto ad altri clinici, possono fornire ai pazienti un messaggio personalizzato riguardo la loro salute, raccontare e mostrare gli effetti negativi del fumo sul cavo orale, offrire un follow-up a lungo termine, ma non solo”.

 

“Purtroppo però – prosegue ancora l’esperto – per una moltitudine di ragioni che vanno dalla mancanza di tempo, ad una scarsa sicurezza ed esperienza, fino a dubbi sull’efficacia del counseling stesso e una presunta ostilità/opposizione da parte del paziente, gli interventi di prevenzione e sensibilizzazione sul fumo non rientrano ancora nella pratica clinica di molti professionisti della salute orale”.

 

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In questo contesto nasce il corso di formazione  “Fumo e nicotina: fattori di rischio per la salute orale” che oltre a presentare criticamente le più attuali evidenze scientifiche legate al binomio fumo e salute orale e gengivale, approfondisce importanti aspetti del counseling in ambito sanitario, “con l’obiettivo di fornire ai camici bianchi gli strumenti e le conoscenze necessarie per attivare nei pazienti processi motivazionali funzionali all’accrescimento del benessere, modificando dove necessario abitudini e comportamenti”, spiega ancora Arduino.

 

Di fronte al rapido aumento nei consumi dei nuovi prodotti, come nel caso del tabacco riscaldato che al 2022 è utilizzato dal 3,3% dei fumatori contro l’1,1% del 2019 (dati ISS), “è altresì fondamentale aumentare la conoscenza dei professionisti e l’informazione della popolazione circa i rischi connessi alle nuove soluzioni, perché ancora troppo spesso si pensa che queste non siano dannose per la salute”, ricorda infine il docente che nel corso ECM presenta le più recenti ricerche scientifiche in materia oltre che le più aggiornate linee guida nazionali ed internazionali su come strutturare l’intervento di counseling.

 

I danni del tabacco sull’ambiente

 

“In particolare tra i giovani poi, generalmente più sensibili al gravissimo problema dell’inquinamento, è importante, e potrebbe risultare altresì utile per disincentivare il tabagismo, aumentare la consapevolezza circa l’impatto della sigaretta, dalla sua produzione al suo consumo, sull’ambiente – conclude infine Arduino – non dimentichiamo che tra le sostanze tossiche liberate nell’aria dal fumo di sigaretta ci sono grandi quantità di gas serra come l’anidride carbonica, il metano e ossidi di azoto, ma non solo”.

 

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Anche l’OMS, in occasione della Giornata Mondiale senza tabacco 2023 che, come ogni anno, si celebra il 31 maggio, con lo slogan “Grow food, not tobacco” (coltiviamo cibo, non tabacco) torna a denunciare i danni ecologici a lungo termine e i cambiamenti climatici legati alla coltivazione e alla produzione del tabacco, ribadendo la necessità di abbandonare questo prodotto a favore di colture sostenibili alternative.

 

La campagna 2023 intende sensibilizzare anche “sui modi in cui l’industria del tabacco interferisce con i tentativi di sostituire la coltivazione del tabacco con colture sostenibili, contribuendo così alla crisi alimentare globale” e ha l’obiettivo di sostenere “i governi nello sviluppo di politiche e strategie adeguate e nel migliorare le condizioni di mercato per consentire ai coltivatori di tabacco di passare alla coltivazione di colture alimentari”, concludono gli organizzatori nella pagina dedicata alla Giornata Mondiale.

 

Fabiola Zaccardelli, BA (Hons) Journalism, University of Westminster