Ddl Semplificazioni: la novità della telecertificazione per il medico di famiglia

In un’intervista, il Vicesegretario Nazionale e Tesoriere della Fimmg, Nicola Calabrese, spiega quali saranno i principali cambiamenti, sia per il medici di medicina generale che per i pazienti, con le novità introdotte dal Ddl “Semplificazioni” nell’ambito della telemedicina

La modifica del decreto legislativo 165/2001 (c.d. Decreto Brunetta) in tema di certificazione di malattia, prevista dal Ddl “Semplificazioni”, introduce la possibilità per i medici certificatori di utilizzare “sistemi di telemedicinaper la constatazione di dati clinici. Quindi la possibilità per i medici dipendenti o convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale di poter rilasciare certificazioni di malattia in modo più snello per giustificare l’assenza da lavoro grazie all’introduzione della possibilità di valutazione indiretta del medico tramite telemedicina e, dunque, della possibilità di poter certificare anche attraverso teleconsulto a distanza.

“Un provvedimento sostenuto e fortemente voluto da Fimmg che, nei vari incontri con il Ministro della Salute Orazio Schillaci, nell’ultimo anno ha fornito proposte documentate proprio per arrivare a questo provvedimento”, commenta Nicola Calabrese, Vicesegretario Nazionale e Tesoriere della Federazione Italiana dei Medici di Famiglia (Fimmg).

Che cosa cambia per i MMG

Attenzione a non confondere questo processo di semplificazione delle procedure con la deburocratizzazione.  “Il medico di medicina generale, infatti, - sottolinea Calabrese - dovrà comunque rilasciare il certificato di malattia, come avviene adesso, attraverso il sistema telematico”. Prima la legge 165, la riforma fatta da Brunetta, prevedeva che il certificato di malattia venisse fatto solo per constatazione diretta e documentata della malattia da parte del medico.

Il provvedimentoapre la possibilità di rilasciare certificati di malattia attraverso gli strumenti di telemedicina consentendo al medico di accorciare le distanze e ridurre i tempi evitando, nel rispetto della norma, la constatazione diretta per esempio nei casi caratterizzati da sintomi e segni non oggettivabili di pazienti acuti.

“Un primo tassello per iniziare ad alleggerire i carichi di lavoro, troppo spesso più amministrativi che assistenziali, che oggi sottraggono troppo tempo alla cura dei pazienti, che portano in burnout i medici e, non sottovalutabile in un momento di carenza, riducono l’attrattività della medicina di famiglia agli occhi dei giovani laureati”, aggiunge il Vicesegretario Nazionale Fimmg.

Si supera il rischio di denuncia per falso ideologico

Ovviamente la telemedicina resta uno strumento a supporto del medico di famiglia e quindi è sempre il medico che decide sulla base delle caratteristiche della sintomatologia espressa attraverso il contatto telemedico, se prevedere anche una visita di approfondimento.

L’assistenza resta sempre la priorità. “Un processo, quello avviato dalla modifica della norma, che, con l’introduzione del concetto di valutazione indiretta attraverso la telemedicina, supera il rischio di denuncia per falso ideologico e truffa ai danni dello Stato con la perdita della convenzione per la mancata constatazione diretta prevista nella norma originaria. Ed è chiaramente favorevole verso una professione caratterizzata dalla conoscenza determinata dalla continuità di cura e dal rapporto di fiducia con i propri pazienti”, continua il medico di famiglia. 

Le novità per il paziente

Anche per il paziente si tratta di un processo di semplificazione. Con le nuove norme il paziente, infatti, può videochiamare il proprio medico di famiglia. Il medico di base potrà organizzare un'agenda, con dei momenti di videoconsulto, durante i quali il cittadino sa che può contattarlo, oltre al normale orario di visita ambulatoriale. “Appena la norma sarà approvata, la medicina generale potrà organizzarsi e dare la risposta più appropriata con gli strumenti adeguati anche sfruttando al meglio quello che il nostro paese sta realizzando in tema infrastrutturale proprio sulla telemedicina”, spiega Calabrese, sottolineando che il provvedimento è stato appena approvato dal Consiglio dei Ministri e si attende che arrivi alle Camere per l’iter di approvazione.

Dalla telemedicina ai videoconsulti

Per il Vicesegretario Nazionale Fimmg è un’occasione utile anche per abituare i cittadini alla telemedicina e a forme di assistenza mediata dalla tecnologia, partendo dalle cose più ordinarie e banali, come i certificati di malattia. Il passaggio ulteriore sarà quello di accompagnarli a usare la telemedicina e i videoconsulti per i sistemi di prevenzione primaria e secondaria delle patologie croniche. “Il processo di semplificazione per i medici e per i cittadini determinato dalla modifica del decreto Brunetta sicuramente offre da una parte benefici alla medicina generale riducendo i carichi di lavoro rispetto ad un’attività prettamente amministrativa piuttosto che assistenziale e conseguentemente - aggiunge Calabrese -. restituisce serenità rispetto alle responsabilità della certificazione, dall’altra benefici per i pazienti che non dovranno più recarsi in ambulatorio in condizioni non ottimali solo per ottenere la certificazione”.

Un percorso in salita?

Allo stato attuale la Fimmg non rileva particolari complessità. Aspetta fiduciosa l’approvazione parlamentare del provvedimento. Dopodiché così come prevede la norma, la Conferenza Stato Regioni, su proposta del Ministero della Salute, definirà “i casi e le modalità di ricorso alla telecertificazione”. “Toccherà poi alla medicina generale individuare le soluzioni organizzative, tecnologiche e relazionali con i propri pazienti per assolvere al meglio, nel rispetto della norma e - conclude Calabrese - delle determinazioni della Conferenza Stato Regioni, a tale compito”. 

Di: Isabella Faggiano, giornalista professionista

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