Dopo un lungo e complesso negoziato avviato nel 2021, l’Assemblea Mondiale della Sanità ha ufficialmente approvato l’Accordo pandemico globale dell’OMS. Il trattato, articolato in 35 articoli, stabilisce un quadro giuridico vincolante per affrontare future pandemie con maggiore equità, cooperazione e trasparenza.
Il nuovo Accordo è il frutto delle lezioni imparate durante la crisi da Covid-19 e punta a evitare che si ripetano gli errori del passato, in particolare quelli legati alle profonde disuguaglianze nell’accesso a vaccini, cure e dispositivi medici. Se attuato pienamente, questo strumento potrebbe trasformare la governance sanitaria globale, garantendo che la salute diventi davvero un diritto universale e non un privilegio.
Le principali innovazioni: equità, produzione e condivisione
L’accordo introduce strumenti concreti per una risposta più giusta e tempestiva alle emergenze sanitarie. Tra le principali novità spiccano la creazione di una rete globale per le forniture sanitarie, un meccanismo di condivisione equa dei benefici derivanti dall’uso di agenti patogeni, e l’impegno per promuovere la produzione locale di strumenti sanitari essenziali, come vaccini e test diagnostici.
Questo approccio vuole ridurre la dipendenza da pochi Paesi produttori e garantire un accesso più equo anche nei contesti più fragili. Inoltre, il trattato incoraggia investimenti in ricerca e sviluppo sostenibili e collaborativi, inclusi i Paesi a basso reddito, con una particolare attenzione all’integrazione del principio One Health: salute umana, animale e ambientale sono strettamente interconnesse.
Un accordo multilaterale, ma rispettoso della sovranità nazionale
Un aspetto cruciale dell’Accordo pandemico è la sua attenzione all’equilibrio tra impegno globale e sovranità nazionale. Il trattato specifica chiaramente che nessuna disposizione può essere interpretata come un potere conferito all’Oms per imporre leggi o decisioni politiche agli Stati membri. Non saranno quindi consentite imposizioni su viaggi, vaccinazioni obbligatorie o lockdown da parte dell’Organizzazione.
Questo chiarimento è servito anche a superare molte resistenze iniziali e a garantire che la cooperazione internazionale non significhi una rinuncia alla libertà decisionale dei singoli governi. Tuttavia, resta fondamentale l’impegno condiviso per rafforzare la preparazione e la risposta alle crisi sanitarie.
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L’approvazione e le posizioni dei singoli Stati
L’adozione formale dell’accordo è avvenuta in plenaria all’Assemblea mondiale della sanità, con un voto quasi unanime in commissione: 124 favorevoli, 11 astensioni e nessuna obiezione. Tuttavia, non tutti gli Stati si sono espressi in modo entusiasta. L’Italia, ad esempio, ha scelto di astenersi al momento della votazione, suscitando interrogativi sulle ragioni e implicazioni politiche di questa scelta. La comunità internazionale, nel complesso, ha però celebrato l’accordo come una vittoria della scienza e del multilateralismo.
Il Direttore Generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato che il mondo è ora più sicuro grazie alla cooperazione dei Paesi, mentre il presidente dell’Assemblea di quest’anno, Teodoro Herbosa, ha ricordato che ora è il momento di agire con urgenza per l’attuazione.
I principi fondanti e gli articoli chiave del trattato
Il testo del trattato si apre con una serie di definizioni fondamentali e chiarisce fin dall’inizio i suoi obiettivi: prevenire, prepararsi e rispondere alle pandemie promuovendo l’equità. I principi guida includono la sovranità degli Stati, il rispetto dei diritti umani, la trasparenza e la solidarietà internazionale. Gli articoli successivi delineano in dettaglio le responsabilità degli Stati: rafforzare la sorveglianza epidemiologica, investire in formazione interdisciplinare (One Health), garantire accesso equo ai servizi sanitari e alla salute mentale, proteggere il personale sanitario, accelerare le approvazioni dei prodotti sanitari, favorire la ricerca etica e sostenere la produzione locale. L’impianto complessivo del trattato mira a creare un sistema sanitario globale più resiliente, solidale e scientificamente fondato.