“Prevenire è meglio che curare” non è solo un vecchio detto, ma oggi più che mai una verità scientificamente supportata. E la prevenzione, come ricorda il presidente della FIMP, la Federazione Italiana Medici Pediatri, Antonio D’Avino, “deve cominciare fin dalla gestazione. È nei primi mille giorni di vita che si gettano le basi della salute futura: del bambino, dell’adolescente, dell’adulto e persino dell’anziano”. In questo percorso, il pediatra di famiglia è una figura cardine. Attraverso gli strumenti della medicina di iniziativa, come i bilanci di salute programmati, i pediatri incontrano attivamente le famiglie, promuovendo non solo il monitoraggio della crescita, ma soprattutto l’educazione alla salute.
La salute mentale dei bambini
Nel periodo dell’adolescente, poi, il pediatra si confronta sempre più spesso con problemi come le dipendenze, il tabagismo, le ludopatie, i disturbi del comportamento alimentare. “Dopo la pandemia – ricorda il presidente FIMP – abbiamo visto aumentare casi di ansia, depressione e isolamento tra gli adolescenti. Il lockdown ha avuto un impatto profondo e duraturo sul loro equilibrio psicologico”. Un altro nodo centrale è l’uso eccessivo dei dispositivi digitali, già nei primi anni di vita.
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Non si può parlare di prevenzione senza citare vaccinazioni e screening. “Promuoviamo attivamente tutte le vaccinazioni previste dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale e partecipiamo a programmi di screening – spiega D’Avino –, come quelli per il diabete di tipo 1 e la celiachia, attivi al momento in quattro Regioni, ma destinati a diventare nazionali grazie alla legge 130 del 2023”. Il pediatra, quindi, non è solo un medico: è un alleato nell’educazione, un punto di riferimento che accompagna le famiglie sin dai primissimi giorni dopo la nascita. Non a caso, conclude D’Avino, “dopo la dimissione dall’ospedale, il neonato viene affidato al pediatra di libera scelta, che diventa un membro della famiglia a tutti gli effetti”.