PNRR, entro il 2026 curati a casa 1,5 milioni di pazienti

Tra i principali obiettivi della Missione Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza c’è quello di garantire l’assistenza domiciliare ai pazienti affetti da patologie croniche.

Sommario
  1. PNRR: gli obiettivi previsti sull’assistenza domiciliare
  2. Le linee guida per l’assistenza domiciliare
  3. La popolazione italiana è sempre più anziana
  4. Le malattie croniche sono la causa principale di morte

Le esigenze di salute della popolazione mondiale, grazie ai progressi della ricerca in medicina e all’evoluzione delle buone pratiche e dei supporti tecnologici, si stanno evolvendo ormai da diversi anni. Ciò significa che anche l’offerta dei vari sistemi sanitari deve cambiare insieme ad esse. Cosa che, in parte, sta già accadendo. Serve però una forte accelerata in questo senso. Nella Missione Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono dunque previste risorse ad hoc per implementare, nel giro dei prossimi anni, l’assistenza domiciliare ai pazienti affetti da patologie croniche.

PNRR: gli obiettivi previsti sull’assistenza domiciliare

Sono essenzialmente tre i principali obiettivi, tra essi complementari, individuati nella Missione n.6 del PNRR in tema di assistenza domiciliare nei confronti di pazienti con patologie croniche e over 65: realizzare un nuovo modello organizzativo, accrescere il numero di pazienti che sarà possibile assistere a domicilio e implementare la telemedicina.

  • Affinché venga raggiunto il primo obiettivo, è prevista la creazione di almeno 600 Centri Territoriali di Coordinamento. Si tratta di luoghi fisici che hanno il compito di assicurare accessibilità, continuità e integrazione della cura sanitaria. Nei Centri Territoriali di Coordinamento lavorerà personale qualificato, e adeguatamente formato, per controllare da remoto i dispositivi di telemedicina e teleassistenza forniti ai pazienti.
  • Per quanto riguarda il secondo obiettivo, ovvero aumentare il numero di pazienti da seguire direttamente da casa, sarà necessario che almeno un milione e mezzo di pazienti godano dell’assistenza domiciliare entro il 2026. Considerando la sola popolazione over 65, il PNRR prevede la presa in carico di almeno il 10% degli anziani malati.
  • Passando infine al terzo punto, nei Centri Territoriali di Coordinamento verranno promossi e sviluppati nuovi progetti di telemedicina (con particolare attenzione a diagnostica e monitoraggio) e una piattaforma nazionale per lo screening. Si investirà su iniziative di ricerca sulle tecnologie digitali per la salute e l’assistenza.

Per approfondire la tematica e i suoi risvolti pratici, il team di Consulcesi è a supporto di tutti i professionisti sanitari.

Le linee guida per l’assistenza domiciliare

Un grande passo in avanti verso la riforma dell’assistenza territoriale è stato fatto il 24 maggio 2022. In questo giorno sono state infatti pubblicate le linee guida organizzative sul “Modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare”. Il documento, approvato in Conferenza Stato-Regioni, definisce nel dettaglio il modello organizzativo per la realizzazione dei servizi di telemedicina a domicilio che prevedono una collaborazione multiprofessionale e multidisciplinare tra le diverse tipologie di professionisti. L’équipe incaricata, tenendo contro delle peculiarità clinico-assistenziali di ogni singolo paziente, avrà il compito di pianificare un programma settimanale di accessi domiciliari da integrare con prestazioni di telemedicina da remoto. Il tutto avverrà sotto il monitoraggio dei Centri Territoriali di Coordinamento.

La popolazione italiana è sempre più anziana

La realizzazione di queste misure risulterà imprescindibile per la tenuta del Servizio sanitario nazionale nel prossimo futuro. Solo poche settimane fa, qui in Italia, il numero di pensionati ha infatti superato quello dei lavoratori, autonomi e dipendenti. Segnale evidente, questo, che la popolazione italiana prosegue nel suo progressivo invecchiamento. Secondo l’ultima edizione del Censimento permanente della Popolazione e delle Abitazioni, “l’età media si è innalzata di tre anni rispetto al 2011 (da 43 a 46 anni)”, mentre “l’invecchiamento della popolazione italiana è ancora più evidente nel confronto con i censimenti passati. Nel 2021 per ogni bambino si contano 5,4 anziani contro meno di un anziano per ogni bambino del 1951 (3,8 nel 2011). L’indice di vecchiaia è notevolmente aumentato e continua a crescere, da 33,5% del 1951 a 187,6% del 2021”.

Le malattie croniche sono la causa principale di morte

Con l’aumentare dell’età aumentano le malattie croniche. E queste, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, “costituiscono la principale causa di morte quasi in tutto il mondo. Si tratta di un ampio gruppo di malattie, che comprende le cardiopatie, l’ictus, il cancro, il diabete e le malattie respiratorie croniche. Ci sono poi anche le malattie mentali, i disturbi muscolo-scheletrici e dell’apparato gastrointestinale, i difetti della vista e dell’udito, le malattie genetiche”.

Per affrontare la sfida dell’invecchiamento della popolazione, secondo l’Iss “è necessario che la risposta tecnico-organizzativa del sistema sociale e sanitario si adegui tempestivamente ai mutamenti in corso e alle nuove esigenze, evitando l’ospedalizzazione e prediligendo interventi sul territorio, mirati alla prevenzione, alla riabilitazione, alle facilitazioni ambientali, al sostegno economico, sociale e motivazionale dell’anziano e della sua famiglia, nel contesto di vita”. È evidente, dunque che costruire una rete efficiente di assistenza domiciliare rappresenterà una delle sfide più importanti da vincere in ambito sanitario nei prossimi decenni.

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Di: Redazione Consulcesi Club

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