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30 milioni in 5 mesi ai medici Consulcesi

25/07/2017

30 milioni in 5 mesi ai medici Consulcesi
Boom di pagamenti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri: nel 2017 stimato aumento del 360% di ex specializzandi liquidati
L’incognita della Commissione Bilancio sull’accordo transattivo proposto dal Ddl 2400: il provvedimento rischia di arenarsi in Senato proprio mentre si avvicina la prescrizione. Tempo fino al 20 ottobre 2017 per non perdere il diritto al rimborso

Momento d’oro per i rimborsi ai medici ex specializzandi tutelati da Consulcesi: oltre alla recente consegna di 11 milioni di euro a Palermo, altri 30 milioni sono andati ai camici bianchi di tutti Italia solo negli ultimi cinque mesi. Di pari passo con le sentenze, continuano infatti ad arrivare, ormai sempre più rapidamente, anche le liquidazioni delle somme dovute – da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri – in favore di quanti di loro hanno aderito alle azioni collettive lanciate da Consulcesi Group per la violazione delle direttive Ue tra il 1978 ed il 2006. In questo periodo a chi frequentava la scuola di Specializzazione in Medicina non è stato riconosciuto il corretto trattamento economico, giuridico e contributivo. Solo in favore dei medici Consulcesi sono stati ad oggi riconosciuti oltre 530 milioni di euro. 

ITALIA UNITA DAI RIMBORSI – Gli ultimi 30 milioni ai medici specialisti sono equamente distribuiti in tutta Italia con una leggera prevalenza al Nord dove sono arrivati 10.398.079,50 milioni contro i 9.310.439,34 del Sud e dei 9.210.323,20 del Centro, dove si registra anche la cifra top con oltre 6,6 (6.647.404 €) milioni agli ex specializzandi del Lazio. A seguire, poi, oltre 3,4 (3.430.552 €) milioni ai medici della Lombardia; più di 2 milioni (2.073.834 €) a quelli del Piemonte; 1,6 (1.659.635 €) in Emilia Romagna e 1,1 (1.172.100 €) in Veneto. Scendendo verso il meridione 1,2 (1.283.137 €) in Toscana; in Campania si superano i 2,7 milioni (2.701.849 €); la Puglia si assesta ad oltre 1,3 (1.355.959 €); la Calabria ad 1,1 (1.118.646 €) e in Sicilia si aggiungono, agli oltre 11 milioni già consegnati a Palermo nelle scorse settimane, altri 1,8 milioni (1.826.193 €).  Significativi i rimborsi anche per i medici di Friuli Venezia Giulia (402.836 €) Liguria (845.182 €), Trentino Alto Adige (699.799 €), Marche (729.237 €), Valle d’Aosta (114.137 €), Umbria (550.543 €), Sardegna (903.025 €), Abruzzo (968.357 €), Molise (120.850 €) e Basilicata (315.556 €). 

La rapidità con cui lo Stato dà seguito a quanto stabilito dai Tribunali di tutta Italia è in linea con le previsioni dell’Ufficio Legale di Consulcesi, che per quest’anno prevede il pagamento di oltre 5210 medici a fronte dei 1129 dello scorso anno: un aumento del 360% che peserà per oltre 150 milioni di euro sulle finanze dello Stato. Cifre sempre più pesanti per le casse pubbliche per le quali, secondo le stime, c’è il rischio di un esborso complessivo superiore ai 5 miliardi di euro per l’annosa vicenda dei medici ex specializzandi. 

LA SOLUZIONE DDL FERMA AL PALO – Per questo motivo, da tempo, si richiama l’attenzione delle Istituzioni alla ricerca di una soluzione politica, che sembrava potesse essere quella proposta al Senato attraverso l’accordo transattivo previsto dal Ddl 2400. Il provvedimento, però, rischia di arenarsi in Commissione Bilancio dove è arrivato con il parere favorevole, ma con osservazioni, della Commissione Sanità. Le modifiche proposte al testo iniziale potrebbero, dunque, far allungare i tempi e questo mette a rischio il diritto di migliaia di medici specialisti vista l’imminente scadenza dei termini prescrittivi. 

LA PRESCRIZIONE: QUANDO SCATTA E COME SI INTERROMPE – “Secondo i principi giuridici da noi sostenuti, la prescrizione del diritto è iniziata a decorrere a partire dal 20 ottobre 2007, data in cui l’obbligo di attuare la direttiva è cessato – spiegano i legali Consulcesi –. Ora, poiché non è possibile prevedere quando ed in che forma si arriverà alla Legge, ai medici ex specializzandi rimangono due opzioni per interrompere la prescrizione: intraprendere subito un’azione legale o inviare una diffida alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e gli altri Ministeri interessati”. Per l’atto interruttivo è necessario, comunque, attivarsi entro il 20 ottobre 2017 a causa dei tempi tecnici della presentazione dell’istanza.

AL VIA LE NUOVE AZIONI LEGALI – Sono già a disposizione i consulenti di Consulcesi: il numero verde o il sito internet è possibile interrompere gratuitamente la prescrizione con pochi e semplici passaggi oppure in alternativa è possibile aderire alla prossima azione collettiva di Consulcesi: c’è tempo fino al 15 aprile 2017. “Sul Ddl, che noi avevamo chiesto e ottenuto attraverso il costante dialogo con le istituzioni ed il mondo politico, ora c’è una situazione di stallo preoccupante – commenta il Presidente di Consulcesi Group, Massimo Tortorella -. La ravvicinata scadenza della prescrizione ci porta ad invitare i medici che ancora non lo hanno fatto a non perdere il diritto ai rimborsi che continuano ad arrivare ai loro colleghi, come appunto dimostrano i 30 milioni solo di questi ultimissimi mesi”.