Le notizie della settimana in Sanità (19-23 giugno)

Ecco cosa è successo nel settore sanitario nell’ultima settimana

Sommario
  1. Rapporto Crea Sanità. Le Regioni promosse e quelle bocciate
  2. Rapporto Eurispes-Enpam: un italiano su tre rinuncia alle cure
  3. XX Rapporto Osservasalute 2022: italiani sempre più obesi, pigri e depressi
  4. Inquinamento, sentenza storica in Francia: cittadini risarciti. Consulcesi: «Ora tocca agli italiani»
  5. Schillaci: “La Commissione ECM sarà convocata i primi di luglio”

Settimana molto interessante, quella che si va a concludere, per capire lo stato di salute dell’Italia. Sono stati infatti presentati tre rapporti (Crea Sanità, Eurispes-Enpam e Osservasalute) che tracciano un quadro non esattamente entusiasmante per quanto riguarda le prestazioni sanitarie delle varie Regioni, l’accesso dei cittadini alle cure e l’attenzione che questi danno alle loro condizioni di salute. 

Il rapporto del Crea Sanità evidenzia che le Province autonome di Trento e Bolzano e la Regione Veneto sono le regioni italiane con i migliori risultati nel 2023. Le dimensioni di equità, esiti, appropriatezza, innovazione, economico-finanziaria e sociale sono state considerate nell'analisi. Le prime otto regioni hanno ottenuto risultati positivi, mentre le altre potrebbero affrontare difficoltà. Il Rapporto Eurispes-Enpam mostra che un quarto delle famiglie italiane ha difficoltà nell'accesso alle cure sanitarie, con il Sud e le isole più colpiti. Un terzo dei cittadini ha rinunciato a prestazioni sanitarie a causa delle strutture sovraccariche. Infine, il XX Rapporto Osservasalute delinea una situazione critica per la salute degli italiani, con stili di vita poco salutari e una popolazione invecchiata. La spesa sanitaria italiana è inferiore alla media dell'Ue e il sistema sanitario è considerato fragile e sottofinanziato.

Nel frattempo, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, annuncia l’imminente convocazione della Commissione ECM.

Rapporto Crea Sanità. Le Regioni promosse e quelle bocciate

Le Province autonome di Trento e Bolzano, insieme alla Regione Veneto, hanno conseguito il miglior risultato a livello nazionale nel corso dell'anno 2023, secondo l'analisi effettuata dal Crea Sanità (Centro per la ricerca economica applicata in sanità), pubblicata nell'undicesima edizione del rapporto "Le performance regionali".

L'analisi condotta si basa su sei dimensioni principali (equità, esiti, appropriatezza, innovazione, economico-finanziaria e sociale). Ognuna di queste dimensioni è ulteriormente suddivisa in tre indicatori distinti. Nello specifico, le dimensioni di appropriatezza, equità e sociale contribuiscono in misura superiore al 60% alla valutazione complessiva della performance. A seguire, troviamo la dimensione degli esiti, seguita dalle dimensioni economico-finanziaria e innovazione.

La valutazione suddivide l'Italia in due gruppi: le prime otto regioni, con una popolazione di circa 29 milioni di cittadini, hanno raggiunto risultati relativamente positivi e possono essere considerate in una situazione maggiormente stabile. Le restanti regioni, con altri 29 milioni di abitanti, potrebbero invece affrontare serie difficoltà sotto diversi punti di vista. Toscana, Piemonte, Marche, Emilia-Romagna e Lombardia hanno ottenuto buoni risultati, con livelli compresi tra il 47% e il 49%. Liguria, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Molise, Valle d'Aosta e Abruzzo hanno raggiunto livelli di performance compresi tra il 37% e il 43%. Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria, invece, presentano livelli inferiori al 32%.

Rapporto Eurispes-Enpam: un italiano su tre rinuncia alle cure

Un quarto delle famiglie italiane segnala difficoltà economiche legate all'accesso alle cure sanitarie. È quanto emerge dal Secondo Rapporto sul Sistema sanitario italiano intitolato 'Il termometro della salute', redatto da Eurispes ed Enpam.

Nel corso del 2022, tali difficoltà sono risultate particolarmente accentuate per i cittadini residenti nelle regioni meridionali (28,5%) e nelle isole (30,5%). Inoltre, un terzo dei cittadini (33,3%) ha dichiarato di aver rinunciato a prestazioni o interventi sanitari a causa dell'indisponibilità delle strutture sanitarie e delle lunghe liste di attesa. Questo trend si conferma e addirittura si aggrava nel 2023.

Il Rapporto indica che gli italiani devono sostenere personalmente una spesa annuale che sfiora i 40 miliardi di euro per prestazioni e farmaci non coperti dal Servizio sanitario nazionale (oltre il 2% del Prodotto interno lordo nazionale). A ciò si aggiunge un aumento della mobilità sanitaria, dovuta alla necessità di rivolgersi a strutture pubbliche di altre regioni per accedere a prestazioni non disponibili nel proprio territorio di residenza.

Parlando poi di efficienza, dal rapporto emerge un divario che si amplia tra alcune regioni del Nord e quelle del Centro-Sud. Nel 2018, la Regione Lombardia ha registrato un saldo positivo di 809 milioni di euro, mentre la Regione Calabria ha riportato un deficit di quasi 320 milioni di euro.

XX Rapporto Osservasalute 2022: italiani sempre più obesi, pigri e depressi

La salute degli italiani si trova in una situazione critica a causa di stili di vita poco salutari, mancanza di prevenzione e dell'invecchiamento della popolazione. A causa della scarsa natalità (nel 2021 sono nati poco più di 400mila bambini, 4.500 in meno rispetto al 2020), l'età media degli italiani sta superando i 46 anni, con prospettive che entro meno di 30 anni l'età media supererà i 50 anni, trasformando il nostro paese in una nazione con una popolazione prevalentemente anziana. Questo scenario, descritto dal Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane (giunto alla XX edizione) rischia di mettere a dura prova un sistema sanitario sempre più fragile e sottofinanziato, soprattutto se confrontato con gli standard degli altri sistemi sanitari dell'Unione Europea.

Nel 2022, la spesa sanitaria pubblica in Italia è stata di 131 miliardi di euro (pari al 6,8% del PIL), mentre la spesa a carico dei cittadini si è aggirata intorno ai 39 miliardi di euro (corrispondente al 2% del PIL). I confronti internazionali mostrano che nel 2020 la spesa sanitaria italiana, in termini di parità di potere d'acquisto, è rimasta significativamente inferiore alla media dell'UE-27, sia in termini di spesa pro capite (2.609€ rispetto a 3.269€) che in rapporto al PIL (9,6% rispetto a 10,9%).

L'Italia si posiziona al tredicesimo posto nella classifica dei paesi dell'UE per la spesa sanitaria pro capite, trovandosi dietro Repubblica Ceca e Malta e molto distante da Francia (3.807€ pro capite) e Germania (4.831€), mentre la Spagna presenta un valore leggermente inferiore all'Italia (2.588€). Germania, Olanda, Austria e Svezia sono i paesi con la spesa sanitaria pro capite più elevata, che si avvicina o supera i 4mila€, considerando la parità di potere d'acquisto. Per quanto riguarda la spesa sanitaria in rapporto al PIL, l'Italia si posiziona al decimo posto insieme alla Finlandia. Francia e Germania sono i paesi con l'incidenza più elevata, superiore al 12%. I confronti internazionali confermano che la spesa sanitaria in Italia, anche durante il primo anno di pandemia, si colloca a livelli inferiori rispetto ad altri importanti paesi dell'Ue come Francia e Germania, nonché al di sotto della media europea, sia in termini di spesa pro capite (2.609€ rispetto a 3.269€) che in rapporto al Pil (9,6% rispetto a 10,9%).

Inquinamento, sentenza storica in Francia: cittadini risarciti. Consulcesi: «Ora tocca agli italiani»

"Con ben 60mila morti premature attribuibili all’inquinamento ogni anno, l’Italia è il prossimo paese ad essere inondato di azioni legali in cui lo Stato dovrà risarcire i cittadini e rendere conto dei danni causati dallo smog, come sta accadendo in queste ore in Francia e in Germania". È quanto afferma Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, in merito alla recente condanna dello Stato francese a indennizzare vittime di smog a causa del superamento della soglia di inquinamento nella regione di Parigi. La qualità dell'aria in Italia è motivo di preoccupazione, con molte città che hanno superato le limitazioni per le PM10 stabilite dall'Unione Europea e quelle raccomandate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per le PM2.5 e il NO2. Numerose analisi scientifiche confermano gli effetti dannosi dell'inquinamento atmosferico, inclusi decessi prematuri, gravi malattie sin dalla nascita e problemi respiratori. L'Italia registra il terzo più alto numero di morti legate all'inquinamento ambientale in Europa, con 59.641 decessi prematuri, secondo il rapporto Eionet ed Eea del 2022.

A differenza dell’azione legale in Francia, la causa ‘Aria Pulita’ condotta in Italia dal team legale di Consulcesi estende la possibilità a tutti, anche a coloro che non presentano danni alla salute dimostrabili, di reclamare il diritto a respirare aria salubre. Per partecipare alla causa, è sufficiente dimostrare di aver risieduto per almeno 1 anno nel periodo compreso tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti, per i quali la Corte di Giustizia Europea ha riconosciuto la violazione dei limiti. Per informazioni su come aderire alla causa collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita.

Schillaci: “La Commissione ECM sarà convocata i primi di luglio”

"Ho rivisto la Commissione nazionale per la formazione continua, la convocheremo nei primi giorni di luglio". Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, presente all'evento "Cogeaps con Agenas: Prospettive e sfide dell'ECM". Per il ministro la nuova Commissione dovrà focalizzarsi “sulla qualità degli eventi formativi per migliorare le competenze e le abilità cliniche, tecniche e manageriali degli operatori sanitari, con l'obiettivo di assicurare efficacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza all'assistenza prestata dal Servizio sanitario nazionale".

Il ministro chiede che l'obbligo di acquisizione dei crediti formativi non sia "un mero adempimento formale", in quanto l’aggiornamento “va inteso come metodo per migliorare realmente la propria professione". Ciò è ancor più vero ora che la pandemia da Covid ha accelerato la trasformazione dei sistemi di erogazione della formazione, facilitando quella a distanza e aprendo tanti nuovi fronti nella sua evoluzione. La FAD è stata una rivoluzione degli ultimi anni e ha portato l'assolvimento dell'obbligo formativo alla portata di tutti.

Di: Arnaldo Iodice

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