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La disabilità come limite culturale: abbassiamo le barriere

14/07/2017

La disabilità come limite culturale: abbassiamo le barriere

Gradini, rampe, passaggi ostruiti, porte strette, spazi ridotti. Barriere. Queste le fattezze delle nostre città.

Ambienti caratterizzati da barriere architettoniche che ostacolano la capacità di movimento. Parliamo delle difficoltà per le persone che si muovono grazie all’ausilio di dispositivi medici come carrozzine o deambulatori.

Queste barriere non sono solo naturali, ma spesso sono frutto dell’azione dell’uomo. L’azione è prodotto dell’idea, dunque le barriere architettoniche prima di essere fisiche sono mentali e ideologiche. La barriera culturale è il limite da abbattere per una società accessibile, mentalmente e fisicamente, senza pregiudizi o preclusioni.

Per questi motivi siamo vicini all’Associazione FIABA Onlus, il cui operato si concentra proprio su questo obiettivo: promuovere l’eliminazione di tutte le barriere fisiche, culturali, psicologiche e sensoriali per la diffusione della cultura delle pari opportunità.

Per raggiungere questo obiettivo, FIABA,  guidata dal Presidente Giuseppe Trieste, da sempre portavoce dei diritti delle persone con disabilità, vuole intervenire in prima istanza sul linguaggio.
Rivoluzionare le idee per cambiare i fatti, dunque partire dalle parole.

Queste possono stigmatizzare, etichettare, creare le persone o influenzarne le scelte. Sono le parole stesse a creare minoranze e a generare disparità e ingiustizie.
Ed è per questo che scegliere di comunicare nel modo corretto è decisivo per chi parla e per chi ascolta. Con questa missione nasce la Carta Deontologica delle PRM (person with reduced mobility) voluta da FIABA e condivisa da molte realtà, fra le quali disabili.com, Unitalsi, Rete Sole, CESV, FNSI, ODG Abruzzo e Sanità Informazione.

Il suo scopo è quello di educare comunicatori, giornalisti e tutti coloro che veicolano messaggi rivolti all’opinione pubblica che talvolta, riferendosi alle minoranze, sbagliano la terminologia rischiando di ‘stigmatizzare’ alcune condizioni.

Perifrasi come “costretto sulla sedia a rotelle” o espressioni come “menomato” o “handicappato” hanno connotazioni negative e, secondo l’Associazione FIABA, andrebbero eliminate.

FIABA, nel sostenere queste istanze e per trasmettere un messaggio di uguaglianza rivolto a tutti, fa riferimento al nuovo simbolo che l’ONU ha scelto per designare la praticabilità dei luoghi.
Si tratta dell’uomo vitruviano stilizzato, che sostituirà il simbolo dell’uomo in carrozzina, segnaposto dello spazio destinato ai portatori di disabilità.
Secondo l’ONU, il simbolo ereditato da Leonardo trasmette concetti di universalità e accessibilità per tutti, in termini fisici e mentali.