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Mai come negli ultimi anni lo svolgimento del test d’ingresso alla facoltà di Medicina è stato viziato da manifeste irregolarità, puntualmente denunciate dagli studenti: disposizione non a norma delle postazioni, mancata schermatura delle aule, utilizzo di telefoni cellulari, errori nei quesiti somministrati, domande non inedite. Irregolarità aggravate dal fatto che, nonostante la graduatoria sia unica e nazionale, le prove di ammissione si tengono in diversi atenei d’Italia.
Ecco perché è possibile contestare la graduatoria e fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) chiedendo l’adozione del provvedimento cautelare di sospensione e/o di iscrizione con riserva al corso, l’annullamento della graduatoria e la contestuale ammissione di tutti i ricorrenti, l’annullamento della graduatoria e dell’intera procedura di selezione, la dichiarazione dell’illegittimità della mancata copertura di tutti i posti disponibili indicati dagli atenei.
Richieste alle quali va naturalmente ad aggiungersi l’accesso immediato ai corsi presso il proprio ateneo e il risarcimento del danno – fino a 10.000 euro – per la mancata e/o ritardata iscrizione alla facoltà e quindi all’accesso del mondo del lavoro.