Le notizie della settimana in Sanità (12-16 giugno)

Ecco cosa è successo nel settore sanitario nell’ultima settimana

Sommario
  1. Silvio Berlusconi morto a 86 anni. Le principali misure in ambito sanitario dei suoi governi
  2. Inchiesta Sunday Times: “SARS-CoV-2 fuoriuscito da laboratorio cinese”
  3. Inquinamento, l’inchiesta di Report: l’Italia è il fanalino di coda in Europa
  4. Medici, dirigenti e cittadini scendono nelle piazze italiane in difesa della sanità pubblica

Silvio Berlusconi è morto all'età di 86 anni. Durante la sua carriera politica, ha ricoperto la carica di presidente del Consiglio per quattro volte e ha adottato diverse misure nel settore sanitario, tra cui l'istituzione dei livelli essenziali di assistenza e il divieto di fumo in luoghi chiusi. Il Sunday Times solleva nuovamente l'ipotesi che il virus SARS-CoV-2 si sia originato da un incidente nel laboratorio di Wuhan. Un'inchiesta condotta da Report rivela che l'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di morti legate all'inquinamento atmosferico. Medici, dirigenti e cittadini si sono mobilitati in tutta Italia per difendere il diritto alla salute e il Servizio sanitario nazionale pubblico e universale, contestando la privatizzazione dei servizi sanitari e chiedendo migliori condizioni di lavoro per i professionisti del settore. Ecco le principali notizie della settimana.

Silvio Berlusconi morto a 86 anni. Le principali misure in ambito sanitario dei suoi governi

Silvio Berlusconi è morto a 86 anni all’ospedale San Raffaele di Milano. Il fondatore e leader di Forza Italia è deceduto lunedì scorso durante il ricovero dovuto alla leucemia mielomonocitica cronica. Nel corso della sua carriera politica, Berlusconi ha ricoperto la carica di presidente del Consiglio per quattro volte: dal 1994 al 1995, dal 2001 al 2005, dal 2005 al 2006 e infine dal 2008 al 2011. Nel corso di queste legislature sono tanti i provvedimenti presi in tema di sanità e salute pubblica.

Risale al novembre del 2001 il varo dei primi livelli essenziali di assistenza (Lea), quando al dicastero della Salute c’era Girolamo Sirchia. Due anni dopo viene emanata la legge che porta proprio il nome dell’allora ministro e che introduce il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, le palestre e i centri sportivi. Nello stesso anno è avvenuta l’istituzione dell’Agenzia Italiana del farmaco.

Oltre a queste (e altre, seppur minori) riforme relative alla sanità, bisogna aggiungere che in quegli anni è stata anche portata avanti una politica di tagli che ha comportato una forte diminuzione dei finanziamenti al Servizio sanitario nazionale e la reintroduzione del ticket di 10 euro sulla specialistica, oltre a misure di austerità per il pubblico impiego (compresa la sanità) con il blocco dei contratti e del turnover.

Inchiesta Sunday Times: “SARS-CoV-2 fuoriuscito da laboratorio cinese”

Riprende a circolare nuovamente l'ipotesi che la pandemia da SARS-CoV-2 si sia diffusa in tutto il mondo a causa di un incidente verificatosi nel laboratorio dell'Istituto di Virologia di Wuhan (città da sempre identificata come il punto di origine da cui il virus si è propagato). L’accusa questa volta non arriva però da ambienti “complottisti” ma da una delle riviste più conosciute e autorevoli del mondo. Il Sunday Times ha infatti pubblicato un dettagliato reportage in cui accusa le autorità cinesi di aver tenuto nascosto quanto realmente accaduto.

La rivista precisa di aver esaminato documenti riservati, comunicazioni altamente confidenziali e di aver intervistato esperti del settore, nonché fonti dell'intelligence statunitense, che sta da tempo conducendo indagini sulle origini del virus. Secondo quanto riportato, la Cina avrebbe condotto esperimenti in laboratorio su varianti del coronavirus geneticamente modificato, sotto la coordinazione del ministero della Difesa cinese, nell'ambito di una possibile strategia di guerra batteriologica, mantenendo segrete tali ricerche alle autorità straniere.

Inquinamento, l’inchiesta di Report: l’Italia è il fanalino di coda in Europa

In Italia ogni anno sono circa 60mila i decessi causati di malattie respiratorie e cardio-circolatorie. Il totale in tutto il territorio europeo è di 230mila morti. Dati, questi, che rendono il nostro il Paese europeo con il maggior numero di morti legate all'inquinamento atmosferico. È quanto emerge da una inchiesta di Report (in onda su RaiTre) condotta da Emanuele Bellano.

Si tratta di una situazione drammatica che colpisce sotto diversi aspetti: innanzitutto la salute (sono soprattutto i bambini e i ragazzi a pagare le conseguenze dell'inquinamento) ma anche l'economia, sia a causa delle sanzioni comminate dall'Unione europea per le continue violazioni dei limiti di legge (quasi tutte le regioni italiane li superano dal 2006) sia per i costi che gravano sul Ssn.

Un'ulteriore problematica emerge dal fatto che le morti premature vengono attribuite a singole patologie anziché alle cause sottostanti. Secondo diversi esperti consultati da Report, ciò potrebbe portare a una significativa sottovalutazione dei dati, sia italiani che europei.

Medici, dirigenti e cittadini scendono nelle piazze italiane in difesa della sanità pubblica

Giovedì 15 giugno hanno avuto luogo in tutta Italia decine di manifestazioni, assemblee e sit-in promossi dall'Intersindacale della Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria (Cimo-Fesmed, Aaroi Emac, Anaao Assomed, Fassid, Fvm, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Cisl Medici e Uil coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica, veterinaria e sanitaria), insieme ad associazioni di pazienti e cittadini, in difesa del diritto alla salute e del Servizio sanitario nazionale pubblico e universale.

La mobilitazione (che ha coinvolto 39 città) ha l'obiettivo di fermare la “deriva verso la privatizzazione dei servizi sanitari e la frantumazione di un diritto che la Costituzione vuole assicurare anche attraverso la valorizzazione dei professionisti, veri garanti della salute delle persone che tale deriva mette sempre più a rischio”.

"Il Def 2024 - spiegano i promotori - rappresenta la cartina di tornasole delle politiche sanitarie del Governo in carica, e l’occasione per capire quale modello assistenziale vuole adottare e quali politiche di tutela dei professionisti di cui pure, a parole, riconosce l’importanza per il rilancio della sanità pubblica. Il presente e il futuro della più grande infrastruttura civile del Paese, presidio di coesione sociale e unità nazionale, dipende da quante risorse si vorranno destinare alla sanità e da quale ruolo si vorrà riconoscere alle risorse umane che da troppi anni subiscono le conseguenze di pessime condizioni di lavoro”.

Di: Arnaldo Iodice

News e Approfondimenti che potrebbero interessarti

Vedi i contenuti