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“I medici non si aggiornano”. A rischio sospensione 4 su 10

Il caso dei corsi di formazione: frequenza obbligatoria ma non tutti riescono a seguirli.

La federazione degli Ordini: “È colpa dei tagli alla sanità. E molti studiano da soli”

L’allarme

Carenza di tempo, mancanza di risorse, scarso interesse. Quali che siano le cause, il dato è chiaro e allarmante: circa il 41% dei medici e odontoiatri non è in regola con l’obbligo di aggiornamento professionale, stabilito per legge e anche deontologia. Secondo l’ultimo rapporto del Co.Ge.A.P.S. Consorzio Gestione Anagrafica delle professioni Sanitarie, relativo al triennio 2014-2016, solo il 54% del settore è in regola.

E i primi dati parziali sul triennio in corso 2017-2019 segnalano un miglioramento lieve, pari ad appena il 5%. Non sufficiente dunque a colmare la lacuna, con ciò che può comportare pure in termini di rischi. Il primo caso di sospensione di un odontoiatra denunciato da una paziente per lavori mal eseguiti riconducibili al mancato aggiornamento – la Commissione esercenti Arti e Professioni Sanitarie – CCEPS ha confermato in secondo grado la sospensione, riducendola da sei a tre mesi – elle ultime ore ha portato in primo piano le carenze del settore.

Il sistema sanitario – dice Filippo Anelli, Presidente Federazione Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatrista vivendo un momento di difficoltà, con carichi di lavoro eccessivi e tagli alla sanità che in tantissime aziende hanno riguardato anche i fondi per la formazione. La percentuale di chi non si aggiorna va però ponderata, escludendo quanti sono esentati o frequentano le suole di specializzazione. Gli Ordini comunque stanno effettuando adeguati controlli“.

I carichi di lavoro – aggiunge Carlo Palermo, segretario nazionale Anaoo Assomedsono enormi. I medici vanno ben oltre gli orari previsti. Le dotazioni organiche sono ridotte all’osso, non ci si può assentare. In alcuni casi è difficile perfino tenere aperti i servizi. Da qui, questa evasione degli obblighi da parte di molti. Servirebbero più risorse e una organizzazione adeguata. Ci si può formare anche nei reparti ma occorrono persone e tempo“.

Le lacune

Parte della problematica sarebbe da ricondurre a lacune dello stesso sistema formativo. “La normativa in Italia c’è – afferma Massimo Tortorella, presidente gruppo Consulcesimanca la sanzione. Più utile ancora sarebbe ragione su incentivi; ad esempio a un medico correttamente formato si potrebbe abbassare il premio assicurativo o si potrebbero dare maggiori possibilità di avanzamento nella carriera. La formazione, inoltre, deve essere di migliore qualità. L’ Italia è ai primi posti nel mondo per la sanità, bisogna tutelare questa eccellenza. In Albania, dal 22 partirà la Blockchain sulla formazione che certifica il percorso fatto. La sanzione all’odontoiatra è la prima di tante che arriveranno. Chi si forma ha meno probabilità di cause per responsabilità professionale.

L’aggiornamento è una necessità – ribadisce Fausto Fiorile, presidente Associazione Italiana Odontoiatri facciamo molte attività in tal senso. Un buon medico deve formarsi per poter garantire la qualità del suo lavoro nel tempo. L’obbligo è pure nel codice deontologico ma è difficile capire quando e come il collega si aggiorna. Lo può fare con i crediti o studiando, facendo brainstorming su casi clinici e così via. Non c’è un organo deputato al controllo, gli Ordini se ne stanno facendo carico ma capire rimane complicato“.

Nuove generazioni

Strumenti per richiamare i professionisti agli impegni formativi, come dimostra la prima sospensione, esistono. “Come Federazione – prosegue Anelli – abbiamo inviato una nota agli Ordini con l’elenco dei medici inadempienti per sollecitarli a ottemperare agli obblighi deontologici, rifaremo la segnalazione a giugno, c’è un semestre per recuperare il gap di crediti. Esistono poi vari gradi di sanzione: ammonimento, richiamo, sospensione, radiazione. Bisogna valutare caso per caso“.

La speranza è nelle nuove generazioni. “Oggi i ragazzi sanno tutti che la formazione continua è un aspetto strutturale della professione – conclude Anelli – i retaggi del passato dovrebbero essere superati. Si va verso un periodo in cui l’aggiornamento sarà fondamentale“.

Fonte: Il Messaggero, edizione cartacea del 01 maggio 2019 Leggi l’articolo >>