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Prevenzione e salute: il futuro è nelle Medical App

Prevenzione e salute: il futuro è nelle Medical App

Il futuro in un’App, prevenzione e salute pure.

La “mobile health” non è più semplicemente un fenomeno, ma una realtà con la quale ci si dovrà – gioco forza – confrontare in una società che ha scoperto le incredibili potenzialità di smartphone e tablet e non ne vuole (e non può) più farne a meno. Dalla VI Conferenza nazionale sui dispositivi medici sono emersi dati, che offrono una interessante prospettiva degli scenari a cui si va incontro.

Nel giro di un biennio si arriverà ad avere 500milioni di utenti di smartphone che saranno potenziali utenti di App mediche sulla scia di un trend in crescita costante che ha fatto registrare – nonostante la crisi – un incremento del 6,6% della produzione in questo settore dopo che, già tra il 2009 ed il 2011,  erano stati presentati 66mila brevetti per device medici.

L’Italia – ha fatto notare durante i lavori del congresso Stefano Raimondi, il presidente di Assobiomedica – è il tredicesimo Paese brevettatore al mondo e va tenuto conto che ci sono 3000 aziende, che impiegano 60mila dipendenti, e investono oltre 7% del loro fatturato in questo ambito“. Ricerca e innovazione viaggiano insomma a velocità elevate nonostante un percorso reso pieno di ostacoli da una Finanziaria che ha previsto tagli drastici sui quali il governo Letta dovrà senza dubbio correggere il tiro anche perché, nel nostro continente, l’Italia è al terzultimo posto nella spesa sanitaria per i dispositivi medici.

Il direttore generale del Ministero della Salute Marcella Marletta ha infatti ammesso che “rappresentando lo 0,7 del Pil, questo settore andrà monitorato ai fini della sicurezza e della qualità“, ma ha anche aggiunto che “ci sono 600mila device in un mercato libero e quindi con una impostazione non confrontabile con quella del settore dei farmaci“. Una dichiarazione, quest’ultima, che presuppone come con un salto di qualità del servizio si potrebbero poi alzare le pretese con lo Stato.

Una prospettiva che stuzzica anche Consulcesi, che con i suoi 50mila medici rappresenta una realtà con la quale è impossibile non confrontarsi. “Anche nel settore delle App e delle nuove tecnologie, visto che siamo in prima linea da tempo“, conferma il presidente onorario Massimo Tortorella, che poi offre uno spunto di riflessione molto interessante: “In Italia questo mercato è in forte ascesa con i medici che intravedono potenziali benefici dall’utilizzo di questi strumenti ed i pazienti che ritengono utili servizi di questo genere. Però bisogna cominciare a guardare oltre i confini nazionali, entrare in un’ottica più globale, aprire scenari internazionali, ma soprattutto far segnare un cambio di passo per dare più forza e credibilità alle applicazioni“.

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