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Rimborsi ex specializzandi, la legge potrebbe arenarsi. Occhio a prescrizione

Rimborsi ex specializzandi, la legge potrebbe arenarsi. Occhio a prescrizione

Non abbiamo la percezione che vi sia una forte volontà ad approvare questo provvedimento in tempi rapidi ma stiamo facendo di tutto per offrire soluzioni alla vertenza” Così si esprime la senatrice della commissione sanità Nerina Dirindin sul disegno di legge per gli indennizzi agli ex specializzandi degli anni Ottanta e Novanta. Dopo il via libera della Commissione, il Ddl 2400 che prevede l’accordo transattivo con lo Stato per gli specialisti ’78-2006 rischia uno stop. Il pool di avvocati di Consulcesi che ha sostenuto le cause dei medici non ammessi alle borse di studio tra il 1983 e il 1991 o non completamente pagati tra il 1993 e il 2006, aveva dato il benvenuto all’indennizzo “governativo” proposto nel testo, ma adesso sottolinea alcune perplessità sulle modifiche proposte e sui tempi di discussione che si preannunciano. I nuovi indirizzi della Commissione Sanità alla Commissione Istruzione tendono a restringere la platea dei beneficiari della nuova legge ai soli immatricolati nel 1983-91, per i quali la direttiva Ue impone l’adeguamento, e non al gruppo 93-06 e nemmeno agli immatricolati ante-1983 che per gli anni dall’83 in poi avrebbero dovuto anch’essi, secondo una sentenza di Cassazione, fruire della borsa. 

I parlamentari peraltro sono pienamente coscienti del rischio-spiaggiamento, come sottolinea la senatrice Dirindin: “Noi stiamo cercando di far valutare con attenzione la materia, è una vertenza che si protrae da anni e c’è interesse della Pubblica Amministrazione a chiuderla nel migliore dei modi possibile. I pareri che abbiamo girato alla Commissione Istruzione cercano di fornire una soluzione che non sia diluita nel tempo”. Quanto alle categorie “escludibili” (per le quali però ci sono anche emendamenti che aprono prospettive), “noi ci siamo attenuti alle indicazioni della direttiva europea, sottolineando l’urgenza di chiudere il capitolo degli ex specializzandi del periodo 1983-91. In particolare, il gruppo 1993-2006 è tutelato da leggi e sentenze specifiche”. Un emendamento a firma Dirindin e della senatrice Manuela Granaiola contiene gli indennizzi a 7 mila euro annui. “Anche nel parere abbiamo indicato l’opportunità di orientarsi verso le somme uscite dalle sentenze emesse, ci sembra che gli 11 mila euro inizialmente proposti siano superiori a quelle somme. Ripeto, vorremmo offrire una soluzione rapida, capace di tutelare tutti gli specializzati interessati dalla direttiva Ue, indipendentemente che abbiano fatto ricorso o meno alla Magistratura”

Il vero timore di Consulcesi è relativo ai lunghi tempi di approvazione della legge, vanno sempre tenuti d’occhio i termini di prescrizione. E qui gli avvocati chiariscono: “Per i medici iscritti ai corsi di specialità ante-91, sebbene parte della giurisprudenza affermi che la prescrizione sia maturata, noi riteniamo le argomentazioni a sostegno di tale tesi non convincenti perché fondate su principi presuntivi e probabilistici. Riteniamo, invece, che il diritto non sia ancora estinto e che la prescrizione non sia ancora decorsa. Nel dettaglio, secondo i principi giuridici da noi sostenuti, la prescrizione del diritto è iniziata a decorrere dal 20 ottobre 2007, data in cui l’obbligo di attuare la direttiva è cessato. Pertanto, il termine decennale di prescrizione scadrebbe il 20 ottobre 2017. Per coloro invece che hanno frequentato i corsi 1994-2006 si potrebbe addirittura sostenere che, mancando una norma attuativa che regolarizzi la loro situazione, la prescrizione non sia ancora iniziata a decorrere”.