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Rimborsi ex specializzandi, nuova class action. Cassazione: risarcimenti dovuti dal 1983

Ex specializzandi ancora sulla breccia. In un clima reso più difficile dal susseguirsi di sentenze che danno torto allo stato e lo inchiodano alla necessità di trovare una via d’uscita legislativa al contenzioso, Consulcesi proroga fino a dopodomani 3 agosto la scadenza della nuova azione collettiva. Intanto la Cassazione con sentenza 20348 appena depositata chiarisce a un gruppo di studenti siciliani immatricolati prima del 1983 che, anteriormente a quell’anno, non sono dovute le borse non corrisposte: lo Stato deve pagare una volta scaduti i termini di trasposizione della direttiva, e cioè dall’anno accademico 1982-83. Per inciso, altre sentenze di Cassazione dicono che deve pagare anche studenti immatricolati prima, ma – come si chiarisce in questo caso – non per annualità precedenti al 1983. Intanto, nei primi sei mesi del 2018, tra medici immatricolati tra il 1978 e il 1991 che non percepirono le borse (tra 1983 e ’91) e loro colleghi che non si videro versati i contributi nel periodo 1993-2006, solo tra i patrocinati dagli avvocati del pool Consulcesi, sono stati restituiti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri oltre 34 milioni di euro. Si aggiungono a oltre 530 milioni versati in precedenza dallo Stato.

I tribunali hanno riconosciuto la violazione delle direttive europee 75/362, 75/363 e 82/76 anche nelle sentenze 7826 del 18 aprile 2018 della II Sezione Civile del Tribunale di Roma e 391 del 19 gennaio 2018 della Corte d’Appello di Roma. Ricomincia il pressing “morale” sul nuovo Parlamento perché individui una soluzione normativa per evitare un esborso complessivo stimato in svariati miliardi di euro. Tra l’altro una storica sentenza della Corte di Giustizia Europea sulle cause riunite C-616/16 e C-617/16 potrebbe far triplicare le somme da riconoscere ai medici. “La sentenza 24 gennaio 2018 riguarda la coorte di specializzandi immatricolati ai corsi tra il 1978 e il 1991 che non si videro riconosciuto l’importo dell’intera borsa. Stabilisce che hanno diritto a retribuzione anche gli immatricolati ante-1982 a decorrere dal 1983 e fino al momento dell’uscita dal corso. La corte europea -spiega il Team legale Consulcesi – ha stabilito che per retribuire questi medici nel periodo anteriore l’entrata in vigore della direttiva si prende a riferimento, appunto, la normativa vigente nell’anno di recepimento delle regole europee. Per l’appunto nel 1991, anno di entrata in vigore del decreto 257, il medico specializzando faceva riferimento a un parametro di 11.103 euro ed è quello da prendere in considerazione per la quantificazione del risarcimento, non il successivo importo di euro 6700 circa stabilito con la legge 370 del 1999. In questo caso lo specializzando pagato in funzione della legge successiva può far valere il “debito di valore”, e con la rivalutazione e gli interessi legali le cifre a carico dello stato sono suscettibili persino di triplicare”.

Sulla vicenda va ricordato anche, in tema di prescrizione, il recente parere pro veritate del professor Sergio Di Amato, già presidente della III Sezione della Corte di Cassazione. Secondo sentenze ed autorevoli osservatori, a causa dell’assenza di leggi univoche sulla posizione dei medici immatricolati dal 1978 in poi, tuttora non si è formata la certezza del diritto necessaria per il decorso della prescrizione. Ma se proprio si deve indicare una data da cui far decorrere i dieci anni, seguendo il ragionamento del professor Di Amato, non si può partire dall’anno di recepimento della normativa Ue, il 2007, bensì dal 2011, anno in cui il quadro delle sentenze esistenti si è reso sufficientemente evidente agli aventi diritto. In quell’anno, la sentenza 1831 della III sezione di Cassazione ha chiarito a chi ci si deve rivolgere per il risarcimento – la Presidenza del consiglio dei Ministri – e chi ha diritto, ad esempio non è necessario dimostrare di aver frequentato solo il corso di specialità senza aver fatto altre prestazioni.

La nuova azione collettiva parte il 3 agosto con i nostri mille consulenti a disposizione al numero verde e direttamente sul sito”.