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Specializzandi senza stipendio, arrivano i soldi

Dopo anni, assegni dallo Stato

Medici specializzandi in corsia senza essere pagati. Una situazione partita con chi si è specializzato tra il 1978 e il 2006 senza ricevere il corretto trattamento economico, nonostante fosse previsto dalle direttive dell’ Unione europea in materia. Grazie alle azioni collettive portate avanti da Consulcesi, network legale in ambito sanitario, oltre 470 medici provenienti da tutta Italia, con una netta prevalenza degli specialisti fiorentini e delle altre province toscane, hanno ricevuto a Firenze gli assegni di rimborso firmati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri; il tutto per un ammontare complessivo di oltre 15milioni di euro. “Qui a Firenze si è segnata un’ulteriore decisiva tappa di questo contenzioso – sottolinea Marco Tortorella, avvocato specialista nel contenzioso tra lo Stato e gli ex specializzandi – . Continuiamo nel nostro lavoro a tutela dei medici, forti ora anche di un recente autorevole parere pro veritate che conferma la tesi che abbiamo sempre sostenuto, e cioè che in assenza di sentenze e normative chiare e univoche sulla posizione dei medici immatricolati dal 1978 in poi, non si è formata la certezza del diritto necessaria per il decorso della prescrizione. Questo riapre la partita e diventa una ragione in più per continuare a far valere i diritti dei ricorrenti“.

I medici oggi rimborsati si aggiungono alle migliaia di colleghi ai quali Consulcesi ha fatto riconoscere oltre 530 milioni di euro. Ora il nuovo Parlamento avrà il compito di individuare una soluzione normativa per scongiurare un esborso complessivo stimato in oltre 5 miliardi di euro. “Sono davvero felice per i tanti medici che hanno ricevuto il rimborso e si sono visti riconoscere il loro diritto, ristabilendo finalmente equità con i medici specialisti degli altri Paesi dell’Europa – commenta l’onorevole Federico Gelli, responsabile del rischio in sanità di Federsanità Anci -. Ritengo che governo e parlamento debbano riprendere l’iter per varare una soluzione normativa che ponga fine a un contenzioso che dura da troppi anni, restituendo la dovuta serenità ai medici, anche attraverso l’emanazione degli ultimi decreti attuativi sulla responsabilità professionale sanitaria“.