Aggressioni online, i vaccini scatenano gli haters: 1 medico su 4 molestato sui social
13/01/2021
L’allarme lanciato dai legali del network Consulcesi&Partners: “Previste reclusione e ammende per offensori, ma in molti non sanno come difendersi”
Ecco come tutelarsi senza dover rinunciare al diritto di avere un profilo o una pagina sui social
Da eroi a capri espiatori nel giro di pochissimi mesi, anche sui social. Mai come in questa seconda ondata della pandemia gli operatori sanitari hanno subìto tante e pesanti aggressioni e molestie soprattutto online: da insulti personali, che arrivano a coinvolgere anche i familiari, a vere e proprie minacce di morte o di stupro.
«In questi ultimi mesi abbiamo ricevuto numerosissime segnalazioni da parte di medici e di operatori sanitari vittime di attacchi sui social media, – dichiarano i legali C&P – dopo l’estate abbiamo registrato un’impennata di questo fenomeno: oltre 1 medico su 4 confessa di esser stato vittima di almeno un’aggressione sul web. E con l’inizio della vaccinazione anti-Covid la situazione sembra essere ancora peggiorata», aggiungono.
Il fenomeno non è solo italiano. Un recente studio pubblicato sul Journal of American Medical Association Internal Medicine ha evidenziato che negli Stati Uniti l’intensità delle molestie online si è intensificata già dalla scorsa primavera, raggiungendo il piccolo nel periodo in cui ai medici è stato chiesto di sostenere le campagne di vaccinazione. Secondo i ricercatori americani, la popolazione è stata sempre più polarizzata verso una leadership che svaluta la scienza. Le donne in camice, sia in Italia che negli Usa, sono le principali vittime. «Le operatrici sanitarie – riferisce C&P – sono quelle che subiscono più attacchi e che rischiano di pagarne il prezzo più alto, si in termini di stress che di carriera».
Consulcesi & Partners si fa portavoce di un appello alle istituzioni: «A causa della pandemia, i nostri operatori sanitari sono costretti ad affrontare ogni giorno sfide sempre più importanti, fonte di grande stress e portatrici di problematiche lavorative sempre più difficili e, talvolta, prive di adeguate tutele. Abbiamo la necessità che le istituzioni si mettano dalla loro parte e reagiscano in maniera decisa, condannando ogni comportamento minaccioso denigratorio. L’obiettivo non è solo quello di tutelare un professionista nel pieno svolgimento della sua attività, ma anche di evitare il disagio proveniente da queste aggressioni che, mediante l’abuso del mezzo digitale, influiscono negativamente sul loro lavoro, danneggiando la loro integrità psicofisica e la loro riconosciuta professionalità, oggi più importanti che mai. Non lasciamo soli i nostri medici a combattere contro il web, insieme possiamo essere più forti».
Consulcesi and Partners è al fianco di ogni operatore sanitario per fornire gratuitamente una prima assistenza su tutti gli aspetti giuridici correlati ad un’eventuale aggressione social subìta in ambito lavorativo, disponibile al numero verde 800.122.777 o direttamente sul sito web.
Quando l’offesa diventa reato?
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