#EducareInsieme: la nuova alleanza tra genitori, insegnanti e medici
11/05/2018
È preoccupante il fatto che soltanto nei primi mesi del 2018 si registrino già 24 aggressioni contro gli insegnanti, oggetto di violenze da parte dei genitori o addirittura degli alunni.
L’aggressività verso gli educatori ha spesso origine sui gruppi WhatsApp, dove l’operato degli insegnanti viene ridicolizzato e la loro autorevolezza viene contestata in primis da parte dei genitori.
A sollevare il tema della necessità di ricostruire un rapporto di collaborazione e cooperazione tra genitori e insegnanti nell’educazione dei ragazzi è SIMPe – Società Italiana Medic Pediatri, con un corso FAD che analizza le criticità che possono crearsi quando la famiglia diventa “branco” assumendo atteggiamenti violenti e di chiusura, invece che di confronto aperto e costruttivo con la società, le sue dinamiche ed i suoi cambiamenti.
Abbandonati da tempo i comportamenti improntati al rispetto, sembra che i genitori oggi contestino apertamente le scelte didattiche, i compiti e i giudizi del corpo insegnante, senza dedicarsi prima all’ascolto attivo del figlio e alla reale comprensione dell’origine o della causa dei suoi problemi.
I gruppi WhatsApp di classe possono trasformarsi, in questo scenario, da luogo di confronto costruttivo e sostegno reciproco a veri e propri catalizzatori d’odio contro gli educatori.
Anche l’Associazione Italiana Presidi – ANP, esprime preoccupazione per questi fenomeni e si associa alla nostra iniziativa #EducareInsieme.
«Uno strumento come WhatsApp – sottolinea Antonello Giannelli, Presidente ANP – nato per favorire la comunicazione, paradossalmente può creare un cortocircuito comunicativo: i gruppi dei genitori spesso sono ansiogeni ed esasperano la relazionalità. Tutto ciò, in un contesto dove è venuto meno il principio di autorità, perché non si rispettano più le persone che sono investite di una carica. Non sono tollerabili le aggressioni nei confronti degli educatori, che rivestono un ruolo strategico per il futuro della nazione, e nemmeno contro gli operatori sanitari, che lavorano per la salute di tutti i cittadini».
«I genitori che aggrediscono, anche solo virtualmente, gli insegnanti su WhatsApp – spiega Massimo Tortorella, Presidente del Gruppo Consulcesi – pensano di difendere i propri figli, e invece legittimano comportamenti antisociali e il disprezzo del senso civico. Quando la famiglia diventa branco, infatti, viene meno quel riconoscimento e rispetto dei ruoli e delle istituzioni che sono alla base del concetto di educazione. È fondamentale, quindi, che i medici, in particolar modo i pediatri, acquisiscano le basi per potersi approcciare in maniera adeguata all’adolescente e alla sua famiglia nell’ambito di situazioni socio-culturali difficili».
In questo triangolo il pediatra diventa una figura strategica per il recupero dell’alleanza educativa tra genitori ed insegnanti: da questo assunto, nasce il corso FAD “Famiglia o branco? Il ruolo dell’educazione” del provider ECM 2506 Sanità in-Formazione, in collaborazione con Consulcesi Club. Responsabile scientifico del corso è il dottor Giuseppe Mele, Presidente SIMPe – Società Italiana Medici Pediatri.
Le 5 regole per un dialogo costruttivo con i propri figli e gli insegnanti
1. Non agire di impulso
Se tuo figlio ti riferisce di un problema a scuola (un brutto voto, un rimprovero, una nota sul registro…) innanzitutto prenditi il tempo necessario per raccogliere tutte le informazioni sull’accaduto prima di esprimere un giudizio. Se hai dubbi, fissa un colloquio con l’insegnante coinvolto per fare chiarezza.
2. Non essere prevenuto
“Non capiscono mio figlio”, “Pretendono troppo da lui”, “Lo hanno preso di mira”. Sono le classiche scuse per non affrontare concretamente le difficoltà che ogni alunno può incontrare nel suo percorso scolastico, e sono solo di ostacolo per un dialogo costruttivo volto a risolverle.
3. Evita lo scontro
Nel dialogo con l’insegnante, evita pregiudizi e atteggiamenti accusatori. I problemi a scuola si risolvono attraverso la comunicazione e l’alleanza con l’insegnante, mai attraverso scontri sterili.
4. Capisci quando non è il caso di minimizzare
Talvolta, invece, possono giungere segnalazioni da parte degli insegnanti su eccessiva irrequietezza, mancanza di attenzione e comportamenti aggressivi che non devono essere sottovalutati dal genitore. Al contrario, devono essere osservati con attenzione – anche attraverso l’ausilio di medici e psicologi se necessario – per capirne l’origine ed evitare che sfocino in atteggiamenti antisociali o violenti.
5. Silenzia il gruppo Whatsapp!
I gruppi WhatsApp di classe, se usati con saggezza, sono uno strumento utile (ad esempio per recuperare i compiti assegnati quando i figli sono assenti), ma spesso si trasformano in una sequenza senza fine di sfoghi, lamentele e ansie. Ogni tanto, quindi, meglio silenziare il gruppo, ponendo un argine all’”ansia da notifica”: piuttosto, per mantenere buoni rapporti con gli altri genitori, prendetevi un bel caffè insieme. Rigorosamente, senza smartphone sul tavolo.