Menu

Emergenza formazione ECM. Lorenzin: dati gravissimi, avvieremo subito un’indagine interna

25/07/2017

Emergenza formazione ECM. Lorenzin: dati gravissimi, avvieremo subito un’indagine interna
Fa discutere il dato FNOMCeO del 50% dei medici in ritardo sull’obbligo formativo nella tavola rotonda al Ministero della Salute, promossa da Consulcesi
Il ministro: “Puntare su innovazione e mettere on line dossier formativo di ogni medico a disposizione dei suoi pazienti”
Il sondaggio: l’82% dei medici vuole aggiornarsi, ma chiede una nuova modalità più veloce e fruibile

 

 

9 Giugno 2016 – La metà dei camici bianchi non è in regola con l’obbligo di Educazione Continua in Medicina, ma i cittadini non ci stanno: ora pretendono di sapere se il proprio medico è adeguatamente formato oppure no. È quanto emerge dalla Tavola rotonda al Ministero della Salute tra le associazioni dei pazienti, le istituzioni mediche, le personalità scientifiche e gli stakeholder del settore. Al centro del confronto l’emergenza formazione sull’obbligo ECM in vista della scadenza del triennio formativo del 31 dicembre 2016. Il ministro Beatrice Lorenzin ha annunciato “una richiesta di chiarimento sui dati FNOMCeO (Federazione Nazionale Ordini dei Medici) secondo i quali il 50% dei professionisti è in ritardo sulla formazione obbligatoria dei camici bianchi. Bisogna puntare sull’innovazione, sulla formazione FAD e sulla telemedicina. Serve ammodernare i corsi ECM con elementi e obiettivi per i medici di famiglia e gli specialisti, in ambiti sottovalutati o non presi in considerazione. Non è ammissibile oggi un medico non aggiornato, soprattutto un dipendente del Ssn“.

L’ALLARME – La principale criticità emersa è che, a pochi mesi dalla scadenza del triennio formativo, sono ancora tanti i medici che non hanno completato il percorso ECM, sembrerebbe almeno il 50%, secondo il presidente della FNOMCeO, Roberta Chersevani. Dato di calo confermato da Luigi Conte, Segretario FNOMCeO, secondo cui nel 2015 è diminuito il numero di frequenze nei corsi. La proposta che emerge dal confronto al Ministero della Salute è quella di dare la possibilità ai pazienti di accedere ai risultati conseguiti nel triennio formativo dal proprio medico, consultandoli direttamente negli studi e negli ambulatori. Un provvedimento che in molti vorrebbero fosse preso subito, ma che apre un altro fronte di dibattito su controllori e controllati. Chi fa da garante per i pazienti? Ma non solo: chi preserva gli stessi medici dal rischio di ritrovarsi da gennaio del prossimo anno in una sorta di “black list” come già capitato ai medici competenti? Questi ultimi sono stati gli unici, fin qui, ad essere stati depennati (subito oltre 6mila e poi una parte riammessi con un parziale dietrofront del Ministero della Salute) ed a subire pesanti ripercussioni sul piano lavorativo.

SSN AL COLLASSO – “Dare ai medici la migliore formazione professionale significa spendere bene ed evitare sprechi che un Ssn in crisi non può permettersi – ha affermato Massimo D’Alema, presidente della Federazione ItalianiEuropei durante il suo intervento nel corso della tavola rotonda al Ministero -. Serve un piano di investimenti perché senza concorsi, con una età media sempre più alta, il blocco del turnover, il Servizio Sanitario sta arrivando al collasso. Bisogna mettere carburante per dare risposte e certezze ai cittadini, che come emerge nel deprimente quadro Censis continuano a rinunciare alle cure, ma anche per dare prospettive alla classe medica e in particolare ai giovani, costretti ad andare all’estero. Se vogliamo mantenere standard elevati bisogna, dunque, qualificare i nostri medici e incentivare la loro formazione con la possibilità concreta di poter sperimentare, praticando la professione nei nostri ospedali”.

L’INDAGINE – Un sondaggio effettuato tra i medici mette in evidenza il grande interesse che l’aggiornamento professionale riveste tra i camici bianchi: l’82% degli intervistati considera importante la formazione professionale, ma ritiene che siano troppe le difficoltà da superare per conseguire i 50 crediti annuali obbligatori. Il 51% degli intervistati considera, infatti, poche le occasioni concesse da strutture sanitarie e associazioni sindacali per aggiornarsi. I corsi più seguiti sono, invece, quelli multimediali (slide, video ed esercitazioni): l’84% predilige complessivamente una formazione multimediale e interattiva.  

LA VOCE DEI PAZIENTI – Anche per i pazienti è alto l’interesse per la formazione ed è forte la richiesta di trasparenza sull’effettivo grado di preparazione dei professionisti sanitari. In modo particolare ci si sofferma sull’aggiornamento delle figure chiave del servizio sanitario, auspicando che scatti di carriera e posizioni di vertice siano ad appannaggio dei camici bianchi più meritevoli in ottica ECM. Un tema che interessa da vicino tutti i pazienti, ma che riscontra un particolare interesse da FederAnziani Senior: da tempo il presidente Roberto Messina insiste su formazione e innovazione per “vincere la sfida” della longevità.   

GLI INTERVENTI DEL MINISTERO – Il Ministero della Salute, dunque, è ora chiamato a mettere al centro di tutto il paziente e il suo diritto ad essere curato da un medico formato e pronto ad affrontare i continui cambiamenti di un settore in continua evoluzione anche in corrispondenza dei profondi mutamenti geopolitici di questo periodo ed in modo particolare l’emergenza migranti. Un fronte caldo che vede in prima linea numerosi medici dei quali ne è diventato l’emblema, a Lampedusa, il dottor Pietro Bartolo. Protagonista in “Fuocoammare”, il documentario vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino. “Per un medico – ha affermato – è fondamentale essere sempre aggiornato: la medicina cambia, le tecnologie cambiano così come cambiano le sfide che ci troviamo ad affrontare. Questo vale per noi a Lampedusa, ma anche per tutti i miei colleghi, dovunque operino. In tal senso sarà importantissimo il progetto ECM FAD su come assistere al meglio i migranti per il quale metterò a disposizione l’esperienza maturata con la mia attività. Bisogna avere l’approccio adeguato ad ogni patologia dall’ipotermia, la disidratazione e la scabbia fino alle ustioni chimiche causate dagli sversamenti di benzina sui gommoni. A riportarle sono soprattutto le donne perché gli uomini si mettono sui bordi, teoricamente per proteggerle. Purtroppo anche la mamma di Favour, la bimba arrivata orfana che ha commosso l’Italia, è morta per questo motivo”.

LA SOLUZIONE – “In linea con quanto affermato dal ministro Lorenzin siamo fermamente convinti che non si debba arrivare alle sanzioni, ma piuttosto migliorare il sistema formativo, prevedendo da una parte incentivi e dall’altra mettere i medici nelle condizioni di aggiornarsi, sfruttando le opportunità del web e della formazione a distanza che deve  garantire semplicità di fruizione, qualità scientifica e coinvolgimento. L’ultima frontiera della FAD è il “Film Formazione”, introdotto dal provider accreditato Agenas Sanità in-Formazione, con il supporto di Consulcesi Group e della casa di produzione internazionale Falcon Productions. Si tratta di un vero e proprio “Netflix” a disposizione gratuitamente di tutti i medici. Il primo lavoro è stato “e-bola”, seguito da “Like a Butterfly”, dedicato al tema del carcinoma polmonare, uno dei cosiddetti “big killer” secondo i recentissimi dati pubblicati da Eurostat. A questo Film Formazione, con un cast internazionale guidato dall’attore cinque volte Golden Globe Ed Asner, una delle icone del cinema americano, seguono nuovi titoli: da “No Limits”, dedicato alle disabilità motorie, a “Pollicino” sulla lotta all’Alzheimer, oltre ai progetti sul contrasto alla psicosi vaccini e al docufilm sulla formazione dei medici in prima linea nell’accoglienza ai migranti“.

ABBATTERE LE FRONTIERE DELLA FORMAZIONE – Nel corso dell’incontro ci si è soffermati anche su un altro “Film Formazione”, questa volta dal taglio documentaristico: quello legato al progetto dell’Osservatorio Internazionale della Salute (OIS) – rappresentato all’appuntamento al ministero dal presidente Simone Colombati e dal presidente del comitato scientifico, il professor Giuseppe Petrella – e denominato “Sanità di Frontiera”. Il progetto sostenuto da Consulcesi Onlus e realizzato in collaborazione con le istituzioni italiane e internazionali unirà attività di ricerca al servizio sanitario messo a disposizione di chi è appena giunto ai nostri confini, soprattutto degli “ultimi tra gli ultimi” e cioè donne e bambini, con diagnosi e terapie. Il progetto garantirà a tutti i medici coinvolti, italiani e stranieri, sotto la guida di esperti e mediatori culturali, un periodo di formazione ECM all’altezza delle sfide sociali e demografiche della nostra società in così rapida trasformazione. Ogni fase del progetto, sin dall’attività preparatoria di questi primi mesi, sarà documentata da un’equipe video, sarà messa a disposizione su un apposito sito web e costituirà la documentazione per realizzare il docufilm e un video-corso ECM FAD.

IL RUOLO DELL’EUROPA – Si tratta di progetti gratuiti ed essenziali per il medico che vuole aggiornarsi e per il cittadino che vuole saperne di più. In concomitanza con il confronto, sono stati infine distribuiti riconoscimenti a diverse personalità che hanno avuto un ruolo di rilievo nel diffondere la cultura della salute e della formazione in ambito sanitario. “Corsi ECM come i “Film Formazione” – ha spiegato il presidente di Consulcesi Group, Massimo Tortorellahanno un forte impatto internazionale e impongono un altro tema all’attenzione delle istituzioni mediche: in un mondo come quello della sanità che, per definizione, non ammette frontiere all’informazione e alla formazione, appare anacronistico che l’Europa non abbia ancora provveduto alla possibilità di riconoscere ai medici di inserire nel loro sviluppo professionale la possibilità di fruire di corsi accreditati da provider di altri Paesi membri. Insomma, nel mondo ci si ammala allo stesso modo, ma si viene ancora curati in modo diverso“. 

Guarda il video dell’evento: