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Il SSN sarà in mano ai medici stranieri? “I nostri giovani penalizzati da questo sistema formativo”

26/10/2015

Il SSN sarà in mano ai medici stranieri? “I nostri giovani penalizzati da questo sistema formativo”

Solo in Italia la specializzazione è gestita dalle Università, mentre nel resto d’Europa ci si forma direttamente negli ospedali. Il presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella: “Pronti ancora a supportarli nelle loro battaglie e a tutelarli. Facciamo entrare i giovani medici nel mondo del lavoro per mettere fine anche ad un’altra violazione delle normative europee: il problema dei turni massacranti”.

 

 

Roma, 23 ottobre 2015 – “Fra pochi anni in Italia non ci saranno abbastanza medici specializzati e quelli che ci serviranno saremo costretti ad “importarli” dall’estero. Decine di migliaia di aspiranti camici bianchi che si sono laureati in Italia resteranno a spasso. Il tutto per colpa di un sistema, quello che regola l’accesso alle scuole di specializzazione, che va assolutamente e definitivamente superato”. Così Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group, punto di riferimento per la tutela legale dell’intera categoria, sul rischio sempre più concreto che, nel giro di pochi anni, il Servizio sanitario nazionale dovrà fare i conti con una diminuzione senza precedenti del personale medico formato in Italia, palesemente penalizzato rispetto ai colleghi europei per non aver avuto le stesse chance. Nel nostro Paese, infatti, le borse di studio per le scuole post-laurea sono limitate e legate a risorse sempre più esigue. All’estero, invece, non ci sono questi limiti e ci si specializza direttamente lavorando in ospedale.

Sappiamo – continua Tortorella – che spesso e volentieri l’Italia fa orecchie da mercante alle richieste dell’Europa. Lo abbiamo visto con il caso degli ex specializzandi e, ancora più recentemente, con il problema dei turni massacranti cui sono sottoposti i nostri camici bianchi in violazione alla direttiva comunitaria 2003/88 che regola gli orari di lavoro e di riposo dei lavoratori. Peraltro, i giovani medici introdotti al mondo del lavoro rappresenterebbero la soluzione per poter realmente applicare la norma sugli orari di lavoro, andando ad implementare organici ridotti all’osso. Come sempre saremo al fianco dei giovani medici che si sentono danneggiati da questa violazione mettendo a loro disposizione il nostro studio legale – il più grande d’Europa – con oltre 350 tra avvocati e consulenti legali che rispondono alla linea diretta e gratuita e sul sito“.