Menu

SconnessiDay: siamo tutti dipendenti da Internet?

27/02/2018

SconnessiDay: siamo tutti dipendenti da Internet?

Lo SconnessiDay nasce da una domanda: passare troppe ore davanti al Pc o con lo smartphone in mano è un comportamento dannoso per le persone?

Si può morire, o perlomeno star male, per la “troppa connessione”? L’eccessivo utilizzo delle nuove tecnologie è un fenomeno piuttosto recente. Negli ultimi 10 anni circa le nostre abitudini sono completamente cambiate, ad una velocità fin troppo rapida.

Questa rivoluzione digitale ci ha travolti e ha portato all’insorgere di patologie che fino a pochi anni fa erano praticamente sconosciute. Parliamo di web addiction (dipendenza da internet), nomofobia (paura di non poter accedere a internet tramite uno smartphone o un dispositivo mobile) e cyberbullismo: atteggiamenti patologici legati all’uso intenso di internet e smartphone, soprattutto da parte dei più giovani.

Per contrastare questa deriva, insieme al regista e agli attori del film “Sconnessi”, abbiamo lanciato, direttamente dalla sede del Ministero della Salute, la proposta di istituire la Prima Giornata Mondiale della S-connessione, promuovendo un’apposita campagna social attraverso l’hashtag #SconnessiDay.

Scopo dello SconnessiDay (da celebrare il 22 febbraio di ogni anno) è quello di sensibilizzare genitori, insegnanti e medici sui pericoli, anche per la salute, legati a un uso smodato di web e smartphone. Soprattutto per i medici, infatti, sorge la necessità di capire quando l’uso di internet, soprattutto nei più giovani, sta assumendo risvolti patologici: un fenomeno che non ha ancora un’ampia letteratura scientifica e che implica un continuo e costante aggiornamento.

Il corso ECM presentato al Ministero della Salute, dal titolo “Internet e adolescenti: I.A.D. e cyberbullismo”, ha come responsabile scientifico lo psichiatra David Martinelli, del Centro Pediatrico Interdipartimentale Psicopatologia da Web presso la Fondazione “Policlinico Gemelli” di Roma. Il corso esplora il mondo dei cosiddetti “nativi digitali” inquadrandone sintomi patologici e relative terapie, ed è corredato da pillole formative video (del valore di 3 crediti ECM) che contengono anche un’intervista doppia in cui a Martinelli fa da contraltare Maurizio Mattioli, altro protagonista di “Sconnessi”: un divertente botta a e risposta su internet addiction, nomofobia e cyberbullismo.

 

Il corso intende insomma fornire ai partecipanti gli strumenti necessari ad entrare in contatto con le nuove generazioni di adolescenti, a comprenderne il modo pensare e di interpretare la realtà, a fornirgli l’aiuto necessario tramite la corretta interpretazione dei loro sintomi e l’offerta di terapie mirate per la cura ed il sostegno dei pazienti e dei nuclei familiari a cui appartengono.

«Siamo tra i primi a credere nella tecnologia e nelle sue straordinarie potenzialità – sottolinea Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi e CEO di Falcon Production, che ha co-prodotto il film “Sconnessi” – ma riteniamo che si debba intervenire per regolamentare l’abuso di internet e smartphone. È ormai scientificamente dimostrato che questo ha conseguenze sulla nostra salute, siamo di fronte a vere patologie su cui i medici sono chiamati a formarsi ed aggiornarsi. Intanto dobbiamo dare un segnale, per primi noi genitori, insieme a medici e insegnanti: prendiamo una cassetta di sicurezza, riponiamoci all’interno i nostri smartphone e tablet. Il messaggio che lanciamo con lo SconnessiDay è questo: disconnettiamoci almeno per un’ora al giorno – noi proponiamo dalle 20.30 alle 21.30 – e riconnettiamoci con la realtà e fra di noi, guardandoci negli occhi e non sui display».