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Maxi rimborsi a migliaia di medici: “si apre un buco da 4 miliardi”.

Maxi rimborsi a migliaia di medici: “si apre un buco da 4 miliardi”.

Dopo la mazzata della Consulta sul blocco delle pensioni e lo stop all’ Iva rovesciata (la reverse charge) da parte dell’ Ue che ha provocato un buco di oltre 700 milioni,si apre un’altra falla nelle casse dello Stato. Decine di migliaia di medici che chiedono il riconoscimento del compenso per gli anni di specializzazione passati in corsia hanno portato palazzo Chigi in tribunale e cominciano ad ottenere i rimborsi. L’esborso totale per lo Stato potrebbe arrivare a 4 miliardi di euro. L’ Italia, infatti, ha tardato ad adeguarsi alle direttive europee (che prevedevano borse di studio e precisi percorsi di specializzazione), generando così una valanga di ricorsi relativi al periodo tra il 1982 e il 2006. La cifra monstre è quella stimata da Consulcesi, una holding internazionale con una schiera di 350 avvocati impegnati nelle cause di area medico-sanitaria. Sono 50mila i camici bianchi che hanno affidato i loro ricorsi nelle mani di questa azienda privata. 

Le corti d’Appello di Roma e Milano e i giudici dei tribunali di Genova, Napoli e Venezia, tra gli altri, hanno già riconosciuto ai medici italiani 373 milioni di euro, di cui una cinquantina solo negli ultimi mesi. Solo a Bologna, ieri, sono stati consegnati assegni per 7milioni, tra i 30mila e i 70mila euro a professionista. Soldi a carico dello Stato (non delle Asl o delle Regioni). Ignorare il problema non era possibile: “La presidenza del Consiglio dei ministri – spiega l’avvocato Consulcesi, Marco Tortorella – ci contatta non appena arriva la notifica della sentenza, per evitare interessi e more“. Anche la politica si sta muovendo: sono stati depositati tre disegni di legge che propongono una transazione, valida però solo per chi ha già presentato ricorso.

Ma non è finita. E’ pronta infatti una class action contro la mancata applicazione della direttiva europea 2003/88 relativa alle ore di lavoro in più. “I medici italiani sono gli unici professionisti a non vedersi riconosciuto il diritto a orari di lavoro e riposo consoni alle loro esigenze”, spiegano a Consulcesi. La holding calcola che potrebbero esserci sul piatto altre tre miliardi di euro di rimborso. Il sindacato riconosce il problema ma adotta altre strategie. “La questione non è tanto economica, ma di qualità del servizio. I governi Prodi e Berlusconi hanno di fatto cancellato il limite delle 48 ore settimanali compresi gli straordinari: il rischio clinico è aumentato. Mi chiedo se un deputato preferisca farsi operare da un chirurgo riposato o da uno che ha lavorato tutta la notte…“, esemplifica Carlo Palermo, vicesegretario dell’Anaoo – Assomed. Grazie all’esecutivo Letta, e dopo innumerevoli pressioni, l’adesione alle norme europee è arrivata, e sarà vigente da novembre. Resta il pregresso“. Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg, che riunisce 30mila medici, è scettico sulla soluzione annunciata: “Per il periodo di specializzazione, consigliamo di mettere in mora lo Stato e rinnovare l’azione ogni 5 anni“. Un’altra spada di Damocle sui conti statali.

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