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Orari di lavoro medici. Consulcesi: “Già oltre 7 mila ricorsi. In arrivo azione collettiva”

Il presidente Tortorella commentando l’indagine Anaao sulle condizione del medico ospedaliero: “la situazione è insostenibile ed è urgente una soluzione politica per risolvere la questione dei turni”. L’appello: “Subito sblocco del turn over, a rischio la salute dei professionisti e dei loro assistiti”

Si ponga immediatamente fine a questo scempio a danno dei medici, che insieme ai direttori sanitari devono avere il coraggio di denunciare questa situazione: non solo nel proprio interesse ma soprattutto nei riguardi dei loro pazienti“. È la netta presa di posizione di Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group, realtà che tutela oltre 70mila operatori sanitari, da sempre in prima linea per il rispetto dei loro diritti.

I dati emersi dal sondaggio di Anaao – si legge in una nota – , confermati dagli studi dell’Osservatorio Internazionale della Salute (O.I.S.), hanno posto nuovamente l’attenzione sulle rischiose condizioni di lavoro in cui operano i medici ospedalieri, particolarmente in riferimento allo stress legato ai turni notturni e al mancato rispetto delle 11 ore di riposo tra un turno e l’altro, come specificatamente previsto dalla legge 161/2014 attraverso cui l’Italia, solo il 25 novembre scorso, si è adeguata con notevole ritardo alla direttiva comunitaria 2003/88. Una problematica che, sommata al rischio di subire denunce senza poter contare su un’adeguata tutela legale (aspetto emerso con forza da un altro sondaggio dell’Osservatorio), impone di trovare adeguate e repentine soluzioni a tutela degli operatori sanitari e dei loro assisti“.

“Come abbiamo sempre sostenuto, questa situazione – afferma Massimo Tortorella – continua ad avere pesanti ripercussioni sulla vita degli operatori sanitari, sulla qualità delle prestazioni e di conseguenza sul servizio offerto ai cittadini. Con grande professionalità i medici hanno fin qui tenuto in piedi il Servizio sanitario nazionale, ma ora bisogna voltar pagina: ne va della loro salute e di quella dei loro pazienti. Il primo passo da compiere è fare ricorso per la violazione della direttiva europea sugli orari di lavoro. I nostri legali hanno già avviato oltre 7mila ricorsi. È un’azione contro lo Stato, non contro la loro Azienda, sempre più spesso appoggiata dagli stessi direttori sanitari. Bisogna assolutamente rompere quest’argine, far valere i propri diritti e ottenere il rimborso per le ore lavorate in più, aderendo alla nostra nuova imminente azione collettiva. Il secondo atto da compiere – conclude il presidente di Consulcesi Group – è mettersi al riparo dalle denunce con una tutela completa“.