Menu
Precedente Successivo

Rimborsi Medici specialisti: Consulcesi, nuova condanna per lo Stato

Rimborsi Medici specialisti: Consulcesi, nuova condanna per lo Stato

Obiettivo del nuovo anno: battere ancora una volta se stessi. Il 2015 di Consulcesi, realtà leader in ambito sanitario in Italia ed in Europa, si è già infatti aperto con una nuova crescita in tema di rimborsi in favore dei medici ex specializzandi. La cifra totale riconosciuta dai Tribunali di tutta Italia – soltanto per i camici bianchi che hanno partecipato ad una delle numerose azioni collettive targate Consulcesi – è infatti salita ad oltre 373 milioni. […]

I camici bianchi interessati sono quelli immatricolatisi ad una scuola di specialità tra gli anni 1982-1991 e 1994-  2006: i primi non hanno ricevuto alcun compenso, mentre i secondi sono stati privati della rivalutazione periodica, delle coperture previdenziali e assicurative e delle differenze contributive. Il mancato adempimento di queste direttive ha creato un grande contenzioso che rischia di costare alle casse pubbliche un esborso totale di oltre 4 miliardi di euro. Per evitare una simile prospettiva, Consulcesi si è fatta promotrice di tre Disegni di Legge già all’attenzione del Parlamento. […]

 “Il 2015 si apre alla grande. Grazie alle ultime sentenze – spiega Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group – abbiamo raggiunto la cifra record di 373 milioni riconosciuti in favore dei nostri medici. […]. Ci tengo personalmente a ringraziare tutti i principali OMCeO, Sindacati ed Enti che, convenzionando tutti i propri iscritti per l’adesione alle azioni di rimborso a costi ridotti, ci hanno aiutato a raggiungere un obiettivo che, data la velocità con cui si susseguono le sentenze a noi favorevoli, contiamo di migliorare in breve tempo. Per questo non ci fermiamo qui e, anzi, continuiamo a premere il piede sull’acceleratore con la prossima azione collettiva del 20 gennaio. Contestualmente, resta aperto il fronte a tutela dei medici costretti a turni di lavoro massacranti in violazione della direttiva europea 2003/88, per la quale stiamo già predisponendo i ricorsi, in Italia e in Europa, per ottenere fino ad 80mila euro di risarcimento“.