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Fondazione Consulcesi insieme a Save the Children in Albania per un progetto contro la povertà educativa

13/07/2023

Il sostegno all’infanzia della Fondazione Consulcesi prosegue con un nuovo progetto per i più vulnerabili. Scopri di più sulla collaborazione con Save the Children in Albania

Fondazione Consulcesi insieme a Save the Children in Albania per un progetto contro la povertà educativa

Se per molti bambini “estate” è sinonimo di divertimento e svago, per moltissimi altri che vivono in situazioni di svantaggio socio-economico e culturale arriva un periodo di “vuoto cosmico” difficile da colmare e “dalle profonde, sebbene ancora sottostimate, conseguenze, per il singolo e la comunità”, come lo definisce Silvia Superbi Direttrice di Fondazione Consulcesi, l’ala del Gruppo Consulcesi dedicata al sostegno all’infanzia e al diritto alla salute attraverso collaborazioni e progetti in Italia e all’estero.

 

“Soprattutto per i bambini che oltre a vivere in condizioni di deprivazione materiale soffrono di disabilità, disagio sociale, o appartengono a minoranze etniche, la scuola è spesso l’unica occasione di apprendimento e scoperta. A questi viene ancora troppo spesso negata un’educazione non formale e informale, fondamentale per favorire e garantire una crescita e uno sviluppo dinamico, consapevole, relazionale ed emotivo”, aggiunge la Direttrice della Fondazione che proprio per contrastare la povertà educativa tra i minori più vulnerabili in Albania ha da poco lanciato un nuovo progetto in collaborazione con Save the Children.

 

Come ricordano infatti dalla Fondazione, “povertà o carenze educative” non sono necessariamente legate solo alla scuola, alle competenze accademiche e all’istruzione formale. “La povertà educativa nel concetto metodologico di intervento è considerata l‘incapacità dei bambini di apprendere, sperimentare e svilupparsi individualmente e di liberare le proprie potenzialità e desideri”, aggiunge infatti la Superbi.

 

Fondazione Consulcesi, la scelta dell’Albania

 

“L’Albania è anche un po’ casa nostra ormai. Grazie alla nostra seconda sede di Tirana, infatti, abbiamo avuto modo di conoscere il territorio e il popolo albanese. Tanto che di fronte all’ancora pesante povertà economica ed educativa che affligge il Paese abbiamo deciso che non potevamo restare a guardare”, racconta Simone Colombati, Presidente di Fondazione Consulcesi.

 

Stando agli ultimi dati Eurostat 2022, l’Albania oggi è ancora il Paese più povero dei Balcani. Alla ricerca di una vita migliore, il popolo albanese continua a registrare tra i più alti flussi migratori verso l’Europa, tanto che ha quella che è considerata la terza diaspora più grande del mondo, dopo Bosnia-Erzegovina e Guyana. Stando a quanto scriveva prima della pandemia da Covid-19 Agron Gjekmarkaj, docente presso l’Università di Tirana e opinionista politico, su 4,2 milioni di abitanti, dagli anni Novanta ad oggi, l’Albania ha perso circa 2 milioni persone, emigrate in altri Paesi. Accanto a questi preoccupanti dati, secondo gli ultimi sondaggi “il 60% della popolazione rimasta vuole andare via”, racconta il docente.

 

“La mancanza di denaro è solo una delle condizioni che impedisce un reale miglioramento delle condizioni di vita”, aggiunge la Superbi.

 

Come denuncia da anni anche Save the Children, la povertà di bambine, bambini e adolescenti è stata per molto tempo “misurata unicamente in termini economici, in relazione al reddito e la ricchezza dei genitori” ma in realtà tale condizione è strettamente legata alla mancanza di “opportunità di crescita educativa, fisica, socio-emozionale”, a loro volta strettamente legate “alle capacità genitoriali e al modo in cui i genitori orientano o sostengono i bambini verso lo sviluppo, agli spazi che i bambini trovano nella scuola e fuori di essa per identificare e sviluppare talenti e aspirazioni o nelle opportunità che hanno per essere esposti e costruire esperienze arricchenti”, come aggiunge Silvia Superbi.

 

È da questa consapevolezza e con l’obiettivo di rafforzare le reti territoriali e rendere più efficace il sistema di servizi socioeducativi offerti ai minori a partire da quelli più vulnerabili, “attraverso interventi integrati, sostenibili e replicabili” che è nato l’ultimo, solo in ordine di tempo, progetto sostenuto da Fondazione ConsulcesiContrasto alla povertà materiale ed educativa per minori 6/14 anni in condizioni di vulnerabilità a Tirana, Albania’. Questo, implementato da Save the Children Albania, in partenariato con il Comune di Tirana, e sostenuto anche da Otto per Mille Chiesa Valdese e Save the Children Italia, si pone l’obiettivo di rafforzare le reti territoriali a partire dai Centri Comunitari, e rendere più efficace il sistema di servizi socioeducativi offerti ai minori a partire da quelli più vulnerabili, “attraverso interventi integrati, sostenibili e replicabili” per “un impatto sociale duraturo nel tempo, lontano da interventi “spot” e da ‘progettifici’”, come ha raccontato ancora Silvia Superbi.

 

I centri comunitari: la chiave di volta del progetto

 

In particolare, il progetto mira a sostenere quattro centri comunitari presenti nel Comune di Tirana, focalizzandosi su quattro livelli di intervento specifici.

 

  1.   Il Centro “Multidisciplinare”: in questo centro vengono riferiti, per attività psicosociali e sostegni materiali, i bambini che vivono in condizioni di e su strada. Questo centro ha iniziato la sua attività come centro sociale per bambini con disabilità e persone anziane. Successivamente ha allargato i suoi servizi per i bambini in situazione di strada (introdotti da Save the Children) offrendo prevenzione, risposta e sensibilizzazione della comunità in relazione alle problematiche che devono affrontare i bambini in situazione di strada, le loro famiglie e la comunità. I beneficiari di questo centro sono 45 bambini e 60 famiglie.
  2.   Centro Comunitario Shkoza: collocato all’interno delle case popolari costruite dal Comune per ospitare famiglie delle Comunità Rom. In questo contesto si assiste a un degrado economico e sociale, si registrano alti tassi di abbandono scolastico e fenomeni quali matrimoni precoci. ll centro fornisce servizi anche a bambini/giovani con disabilità. I beneficiari di questo centro sono 48 bambini e 106 famiglie.
  3.   Centro Comunitario Gonxhe Bojaxhi: il centro comunitario si trova in un quartiere isolato e privo di servizi, cantiere aperto poiché sede di ricostruzioni dopo il terremoto del 2019 e frequentato maggiormente da minori provenienti da famiglie in situazioni di povertà assoluta. È un nuovo centro comunitario che offre servizi per bambini con disabilità, persone bisognose e membri della comunità. Lavorano in modo specifico attraverso la terapia individuale per i bambini con disabilità, programmi di educazione dei genitori; programmi di prevenzione e integrazione sociale. I beneficiari di questo centro sono 90 bambini e 180 famiglie.
  4. Centro Comunitario “Te Qendrojme Se Bashku”: da poco restaurato dopo il terremoto del 2019, si trova nel quartiere che maggiormente vive la migrazione dalle zone rurali dell’Albania e quindi frequentato da minori spesso chiusi nelle loro comunità di riferimento ma non inclusi nel tessuto sociale della metropoli. Il Centro ha una lunga esperienza nel lavoro con bambini con disabilità ed è uno dei pochi servizi simili disponibili a livello nazionale. Offre servizi di valutazione e terapia individuale/di gruppo per bambini con disabilità principalmente nell’area della salute mentale (principalmente bambini dello spettro autistico). I beneficiari di questo centro sono 44 bambini e 27 famiglie.

 

 

Le aree di intervento per contrastare la povertà educativa e materiale

 

Gli interventi avviati con il progettoSperimentazioni di contrasto alla povertà materiale ed educativa’, guardano in particolar modo al:

 

  1.   Supporto alle strutture sociali nel territorio per sostenere l’inclusione e dare una risposta efficace e sostenibile ai bisogni ed esigenze sociali dei bambini/e, alle loro famiglie e alla stessa comunità. L’intenzione è di creare sinergie delle strutture e dei servizi presenti nel territorio per lavorare in modo coordinato con un approccio multisettoriale.
  2.   Investire a rafforzare la relazione genitori/educatori – bambini fornendo sostegno alla genitorialità, offrire occasioni di apprendimento per stimolare competenze socio-cognitive, linguistiche e motorie già dai primi anni, accompagnamento alla genitorialità positiva, basata sulla comunicazione e il riconoscimento dei bisogni dei bambini secondo la loro fase di sviluppo;
  3.   Attività educative per bambini, bambine e adolescenti su diverse macroaree: 
  •       accompagnamento allo studio e invito alla lettura;
  •       sviluppo di competenze digitali;
  •       sperimentazioni di attività culturali e artistico-musicali;
  •       educazione alla cittadinanza attiva e educazione ambientale;
  •       attività sportive e sani stili di vita;
  •       educazione informale, visite ed uscite (siti storici, teatro, cinema, campi estivi ecc.);
  •       attività educative estive per il contrasto al summer learning loss;
  1.   contrasto e prevenzione del fenomeno dei neet in termini di protagonismo giovanile, orientamento scolastico efficace, conoscenza delle proprie risorse e capacità, conoscenza del territorio e delle opportunità presenti su questo.

 

In totale, i beneficiari del progetto si stima saranno:

 

  • 100 bambine e bambini da 6 a 14 anni
  • 50 professionisti
  • 150 genitori
  • 100 insegnanti

 

“Tra tutte le forme di povertà, quella educativa proprio perché colpisce in primis bambini e ragazzi è certamente la più ingiusta. Questi non solo fin da subito vivono le conseguenze di ‘colpe’ non loro, ma rischiano di subirne gli effetti per tutta la vita, continuando a trasferire questo grave svantaggio di generazione in generazione, compromettendo in ultimo il progresso economico e sociale dell’intero Paese”, conclude Silvia Superbi.

 

“Ma non è una condizione irreversibile e molto si può e si deve fare per cambiare la Storia e permettere alle nuove generazioni di scrivere la propria e quella del loro Paese”.

 

È possibile sostenere Fondazione Consulcesi e i suoi progetti verso le categorie più fragili della società attraverso il 5xMille o PayPal con una donazione, singola o ricorrente, oppure effettuando una donazione tramite IBAN, decidendo la frequenza e l’importo.

 

Fabiola Zaccardelli, BA (Hons) Journalism, University of Westminster