Formazione continua in Medicina, le principali novità del 2019

Nel 2013 273mila professionisti sanitari hanno portato a compimento l’obbligo formativo.

Tre anni dopo il numero è salito a 382mila, ma tutti i professionisti sono ancora potenzialmente in regola, dato che la delibera emanata tempo fa dall’Agenas consente di trasferire al triennio 2014-2016 i crediti conseguiti entro il prossimo 31 dicembre.

In generale, comunque, si registra un evidente aumento degli operatori sanitari che aggiornano le proprie competenze attraverso corsi di formazione continua in Medicina, aiutati in questo da un numero sempre maggiore di strumenti a loro disposizione.

Tra questi, ultimo in ordine cronologico, il Manuale sulla Formazione Continua del professionista sanitario, entrato in vigore con l’inizio del nuovo anno, che mette per la prima volta nero su bianco i diritti e gli obblighi di medici e operatori in materia di ECM e introduce una serie di novità rilevanti, destinate a contribuire a quell’evoluzione dell’intero sistema che ne è una delle caratteristiche peculiari.

Particolare attenzione è poi stata dedicata alla formazione individuale, ovvero a quel tipo di attività non erogata da Provider che può consistere in tutoraggio, ricerca, autoformazione e formazione individuale svolta all’estero presso soggetti inseriti nella Lista degli Enti Esteri di Formazione (punto3.4 del documento).

Secondo quanto stabilito dalla Commissione nazionale per la formazione continua, questo tipo di aggiornamento non può superare il 60 per cento dell’obbligo formativo triennale, fermo restando il limite del 20% per l’autoformazione (la lettura di riviste o libri scientifici).

Altro cambiamento epocale è quello relativo all’ampliamento della platea di chi è soggetto all’obbligo ECM. Con la Legge Lorenzin sono infatti stati riconosciuti nuovi professionisti sanitari (come biologi e chimici), il cui aggiornamento continuo avverrà sempre nell’ambito dell’educazione continua del settore salute.