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Ogni anno in Italia si verificano circa 100mila ustioni: riconoscerne la gravità può determinare l’esito delle cure

29/08/2021

Ogni anno in Italia si verificano circa 100mila ustioni: riconoscerne la gravità può determinare l’esito delle cure

Nel corso di formazione professionale ECM Consulcesi Club tutto quello che un operatore sanitario deve sapere su quello che deve (o non deve) fare.

Può succedere in casa mentre si cucina sui fornelli. Oppure in bagno mentre si usa la piastra per capelli. Ma anche in spiaggia dopo una giornata sotto il sole rovente o in strada appoggiandosi alla marmitta dei motorini…

Le ustioni rappresentano tra i più comuni incidenti domestici e non solo. Si stima che in Italia ne avvengano circa 100mila all’anno. E, dopo gli incendi boschivi che hanno attraversato il nostro Paese in questa estate bollente, il numero è aumentato.

Saperle riconoscere è fondamentale, sia per evitare di compiere nell’immediato azioni che possono peggiorare la situazione che per intervenire tempestivamente in casi particolarmente gravi. Questo è uno dei motivi per cui è stato organizzato e lanciato il corso di formazione professionale ECM di Sanità In-Formazione per Consulcesi Club intitolato “Le ustioni: classificazione, diagnosi e trattamento“.

 

“Le ustioni rappresentano un rilevante problema per l’impegno necessario alla loro cura e per gli esiti invalidanti che spesso ne conseguono”, spiegano Rosario Ranno, direttore dell’UOC Grandi Ustioni e Chirurgia Plastica e Maria Giardina, dirigente medico dell’UOC Grandi Rischi e Chirurgia Plastica, entrambi presso l’Azienda Ospedaliera per l’Emergenza Cannizzaro, Catania. “I soggetti colpiti, siano essi adulti o bambini, possono necessitare di cure specialistiche con degenze in terapia intensiva, e con esiti cicatriziali invalidanti che possono ridurre il ritorno alla vita sociale per tempi lunghi e talvolta con invalidità permanenti sia fisiche che psichiche”, aggiungono.

Il corso si compone di video-lezioni corredate da materiali didattici di approfondimento. “È fondamentale che gli operatori sanitari sappiano distinguere tra un ustione di I, di II e di III grado”, sottolinea Ranno. “Le ustioni rappresentano la terza causa di morte nel mondo e la prognosi dei pazienti dipende molto spesso da quello che si fa (o non si fa) nelle prima 48-72 ore“, aggiunge.

Per un medico fare la scelta giusta può fare la differenza per qualità della vita di un paziente ustionato. E soprattutto può fare la differenza tra la vita e la morte.