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Aggressioni ai medici: dopo un 2019 di fuoco, il 2020 inizia male

08/01/2020

Aggressioni ai medici: dopo un 2019 di fuoco, il 2020 inizia male

Consulcesi lancia l’appello al ministro Speranza: “Insieme a Ddl anti-violenza anche quello sull’Arbitrato della Salute. Siamo disposti a mettere a disposizione la nostra task force di consulenza legale e chiediamo un confronto che coinvolga istituzioni sanitarie e associazioni pazienti”.
Intanto la petizione #bastaodiomedicopaziente su Change.org supera le 20mila firme.

“Videocamere sulle ambulanze, rafforzamento dei presidi di vigilanza e sicurezza nei Pronto soccorso, manca solo di predisporre un servizio di scorta per il personale sanitario. Dobbiamo arrivare a questo?”. Lo chiede Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, riportando la forte situazione di disagio che i camici bianchi italiani stanno sfogando al Telefono Rosso, il servizio di pronto soccorso telefonico per la violenza in corsia messo a disposizione dal nostro network legale.

L’escalation di episodi di violenza raccontata dai media in questi giorni sembra concentrarsi a Napoli, o al massimo in Campania, ma in realtà è un fenomeno molto più ampio e diffuso perché purtroppo molti casi non vengono denunciati per vergogna, rassegnazione e anche per il timore di ritorsioni. Dalle numerose chiamate giunte al Telefono Rosso lo spaccato che emerge è quello di una classe medico-sanitaria che non sente di avere le adeguate garanzie in termini di sicurezza nello svolgimento della professione.

Tutto questo rischia di distruggere definitivamente il rapporto medico-paziente.

Non bastano i buoni propositi per contrastare quello che è diventato un vero e proprio allarme sociale. I medici hanno paura, è necessario agire tempestivamente per garantire sicurezza e tutela al personale sanitario quotidianamente impegnato a servizio della comunità.
Oltre ad un primo supporto attraverso il numero verde 800620525 del Telefono Rosso e ad offrire la tutela legale gratuita alle vittime di aggressioni, crediamo che la piaga delle aggressioni debba essere contrastata e arginata seguendo due strade: nell’immediato è necessario che tutti i professionisti sanitari siano adeguatamente formati a gestire situazioni di pericolo, dall’altra va ricreato un sano rapporto medico-paziente.

In tal senso va la proposta di istituire l’Arbitrato della Salute, una camera di compensazione tra le parti, tesa a raffreddare il clima di intolleranza che ha preso di mira in particolar modo il mondo medico sanitario con un escalation di aggressioni nei pronto soccorso e negli studi privati, susseguirsi di denunce (molto spesso pretestuose, tant’è che nel 90% dei casi circa finisce in un nulla di fatto) nei confronti degli operatori, con conseguente aumento del ricorso alla medicina difensiva (e relativi costi eccessivi per le casse pubbliche), preoccupazione da parte delle associazioni di consumatori per il livello di formazione del personale sanitario.

Per quanto riguarda quest’ultimo punto, mettiamo a disposizione di tutti gli operatori sanitari il corso ECM di formazione a distanza “Medici KO. Il rischio aggressioni nei luoghi di lavoro“, che risponde all’esigenza di far fronte a specifiche tematiche con carattere di urgenza nazionale, individuate dalla Commissione nazionale per la formazione continua.