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Ddl Lorenzin e il limite di mandato per gli Ordini professionali. Rivoluzione digitale in camice bianco

13/07/2017

Ddl Lorenzin e il limite di mandato per gli Ordini professionali. Rivoluzione digitale in camice bianco

Il delicato capitolo del riordino delle professioni sanitarie in Italia ha ormai una storia ultradecennale alle spalle. Lo ha ricordato lo stesso Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha parlato di un dibattito lungo addirittura 15 anni.

Proprio per risolvere la questione, è nato il cosiddetto Ddl Lorenzin, già approvato in prima lettura da Palazzo Madama. Il testo, tra le altre cose, affronta anche il chiacchieratissimo tema della riforma degli Ordini professionali.

Il disegno di legge, durante l’esame in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, è stato oggetto di diverse proposte di emendamento. Queste richieste di modifica hanno innescato un acceso dibattito sul necessario rinnovamento degli Ordini professionali, in nome della piena rappresentatività e delle nuove tecnologie. Tra gli emendamenti approvati dalla Commissione, è stato messo nero su bianco l’impegno a garantire, durante le elezioni degli Ordini, l’equilibrio di genere e il rinnovo generazionale nella rappresentanza. Prevista anche l’istituzione di seggi nelle strutture ospedaliere nonché idonee procedure di voto in via telematica, che rappresenterebbero una rivoluzione per i camici bianchi.

Ma a finire sotto i riflettori è stata sicuramente l’approvazione dell’emendamento sul limite dei mandati per i vertici ordinistici. Nello specifico, chi ha avuto l’incarico di Presidente, Vice Presidente, Tesoriere e Segretario di Ordini e Federazioni delle professioni sanitarie, in sede di prima applicazione delle nuove regole introdotte dal Ddl Lorenzin, non potrà essere candidato allo stesso incarico se lo ha già svolto per più di due mandati consecutivi. Successivamente, chi ha ricoperto tali ruoli potrà essere rieletto nella stessa carica consecutivamente una sola volta.  Una novità che ha raccolto sia plausi che critiche e che, comunque, prima di diventare legge dello Stato, dovrà affrontare un iter parlamentare dai tempi non brevissimi.

Infatti, per il Ddl Lorenzin è subentrato lo stop per la chiusura dei lavori in Commissione Affari Sociali rimandando tutti a settembre.