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Ex specializzandi, dopo il convegno Luiss appello ai tribunali «la prescrizione non scatta, abbiate coraggio»

27/09/2019

Ex specializzandi, dopo il convegno Luiss appello ai tribunali «la prescrizione non scatta, abbiate coraggio»
Violazione direttive europee, 547 milioni pagati dall’Italia dal 2012 ad oggi:
Il Presidente di Consulcesi Massimo Tortorella: “Pronti a scendere in campo con nuove azioni collettive per tutelare i diritti dei cittadini: ambiente, energia e sicurezza alimentare le nuove sfide

I dati diffusi oggi dall’Università Luiss e da Sanità Informazione sono allarmanti: ben 81 procedure di infrazione attualmente aperte dall’Ue nei confronti dell’Italia, in aumento del 35% solo nell’ultimo anno, con 547 milioni pagati dal nostro Paese. Sono soldi pubblici che, con una gestione più virtuosa dello Stato, potrebbero essere impiegati per aumentare la qualità dei servizi offerti”.

Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, network legale specializzato nella tutela dei cittadini nei confronti delle Direttive Ue non correttamente recepite dallo Stato italiano, analizza i dati diffusi questa mattina nel corso del II Convegno Nazionale “Inadempimento di direttive europee e obblighi risarcitori dello Stato nell’ambito sanitario”, dalla Luiss e dalla testata giornalistica Sanità Informazione presso la sede dell’Università Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli. L’evento ha rappresentato l’occasione per fare il punto sul numero di procedure di infrazione aperte dall’Ue contro l’Italia (seconda soltanto a Spagna e Grecia in questa non confortevole classifica) e sulla quantità di risorse pubbliche che ogni anno il nostro Paese paga, sostanzialmente, perché non riesce a mettersi in regola. Consulcesi, forte della sua esperienza ultraventennale nell’ambito delle direttive europee non recepite dallo Stato italiano, annuncia con l’occasione anche la sua discesa in campo in favore di chiunque sia stato danneggiato da questo tipo di inosservanza, su tutti i tipi di tematiche, in particolare su quelle ambientali: ad esempio, le discariche, una procedura avviata nel 2003 per la non corretta applicazione delle direttive sui rifiuti e sui rifiuti pericolosi; o ancora sull’emergenza rifiuti in Campania, aperta nel 2007, e sulle acque reflue urbane, aperta addirittura tre anni prima; oppure quelle aperte più di recente in merito allo Stabilimento siderurgico ILVA di Taranto e sulla Xylella. Temi, questi, di cui si è occupato anche il programma televisivo Le Iene, in particolare con Nadia Toffa.

Come se non bastasse – spiega ancora Tortorella –, una grandissima parte delle procedure di infrazione riguarda la salute dei cittadini: ambiente, energia, sicurezza alimentare, sanità. Lo Stato non è dunque solo responsabile per l’enorme spreco di risorse pubbliche, ma anche perché non riesce a mettersi in regola con parametri ben precisi che incidono direttamente sulla vita dei suoi cittadini. Anche per questo abbiamo aperto di recente una nostra sede di rappresentanza a Bruxelles – continua il presidente di Consulcesi –: per stare più vicini alle principali sedi della vita pubblica, economica e politica dell’Ue (Commissione europea, Consiglio dell’Unione europea e Parlamento europeo), oltre che molto vicina ad istituzioni come la Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo, in modo da riuscire ad incidere più in maniera più profonda su tutte le questioni che riguardano il nostro Paese. A cominciare proprio dalle procedure d’infrazione”.

A tal proposito – continua Tortorella –, per anni come Consulcesi ci siamo occupati principalmente dei diritti violati degli ex specializzandi cui non è stato corrisposto il corretto trattamento economico per gli anni di formazione post-laurea. E proprio in occasione del convegno di questa mattina sì è parlato molto di questo argomento, in quanto esso rappresenta uno dei principali motivi di imbarazzo (e di continui e ingiustificati esborsi di soldi pubblici) per il nostro Stato italiano, ancora incapace di trovare una soluzione definitiva al problema. In Parlamento è in discussione un Ddl che mira a trovare un punto di incontro tra i medici danneggiati e le esigenze dello Stato italiano e che prevede una transazione che potrebbe consentire un risparmio di oltre 5 miliardi di euro”.

Secondo l’autorevole parere del Prof. Avv. Sergio Di Amato (già magistrato e presidente della Terza Sezione civile della Corte di cassazione, veste nella quale ha maturato una approfondita esperienza sui temi della responsabilità civile), nonché attuale Presidente della Commissione tributaria provinciale di Roma, la prescrizione non è ancora scattata. Secondo lo studio “in assenza di sentenze e normative chiare ed univoche sulla posizione dei medici immatricolati dal 1978 in poi, non si è formata la certezza del diritto necessaria per il decorso della prescrizione”. In particolare, secondo quanto evidenziato nel parere: “La situazione di grave incertezza, oltre che allo Stato legislatore, che ha pervicacemente disatteso i suoi obblighi anche quando ha emanato leggi espressamente definite di adempimento, è riconducibile ai tempi occorsi alla giurisprudenza nazionale per pervenire ad una definizione del rimedio ed anche all’Avvocatura dello Stato, anch’essa tenuta all’obbligo di leale collaborazione, la quale ha sollevato eccezioni di ogni tipo. Solo dal 2011 lo Stato, attraverso l’elaborazione giurisprudenziale, ha messo a disposizione dei soggetti lesi dal suo inadempimento un sufficientemente certo e perciò effettivo rimedio giurisdizionale e può, quindi, iniziare a decorrere la prescrizione decennale. La situazione di incertezza si è dunque risolta soltanto nel 2011. Ecco perché credo che il termine di prescrizione debba decorrere proprio dal 2011. Io mi auguro che la corte di Cassazione possa ritornare sui suoi passi o che ci sia un intervento della Corte europea di Giustizia. Intervento che, naturalmente, deve essere sollecitato da un giudice nazionale. Quindi serve più coraggio da parte dei giudici”.

Noi sosteniamo questa tesi da tempo – spiega Tortorella – e siamo contenti che oggi ci diano ragione anche soggetti terzi e così autorevoli. Il tema è così attuale che l’Università Luiss ha dato il via al corso di alta formazione della sua School of Law “Inadempimento di direttive comunitarie e obblighi risarcitori dello Stato nell’ambito sanitario“, focalizzato proprio sullo studio della questione relativa agli ex specializzandi. Si tratta del primo Master in Italia sulla responsabilità dello Stato per la violazione degli obblighi comunitari ed ha permesso ad alcuni avvocati e operatori nel settore di acquisire conoscenze specifiche in materia. Consulcesi, che vanta numerosi consulenti che hanno partecipato al corso e conseguito il relativo attestato, si pone in tal modo in posizione di eccellenza per professionalità e competenza. Per questo invitiamo i tribunali ad essere coraggiosi, a raccogliere le indicazioni che provengono da avvocati specializzati in questo contenzioso e che presto pubblicheranno le loro tesi su riviste di settore estremamente prestigiose”.