La dura battaglia dei medici di famiglia, sul territorio contro il Covid
18/11/2020
Il contributo della medicina territoriale durante la pandemia che stiamo affrontando è stato spesso sottovalutato. In molti hanno sottolineato giustamente lo sforzo e il sacrificio dei medici ospedalieri, ma in pochi riconoscono il ruolo cruciale dei medici di medicina generale nella prevenzione, nell’informazione e nel supporto al cittadino che si rivolge a loro in prima battuta, spesso confuso da norme e protocolli incomprensibili.
2 milioni di tamponi saranno distribuiti ai medici di famiglia e ai pediatri di libera scelta, in virtù dell’accordo che le principali Associazioni di categoria hanno firmato con il Governo con grande senso di responsabilità. In questo momento di difficoltà il supporto della medicina territoriale potrebbe essere cruciale, non solo per il paziente che effettuerebbe il tampone presso il proprio medico di fiducia, ma anche per tutto il SSN che potrebbe alleggerire i carichi di lavoro che gravano sulle strutture delle ASL.
Questa scelta non è stata priva di difficoltà e polemiche da parte di alcuni appartenenti alla categoria, che hanno sottolineato come sia stato chiesto uno sforzo ulteriore dopo che, per anni, il loro ruolo e le loro competenze sono state sottovalutate dalle Istituzioni che non hanno investito e supportato adeguatamente la medicina del territorio, lasciando i MMG in prima linea con i bisogni e le difficoltà dei pazienti. In particolar modo, in molti hanno rimarcato come in questo momento così delicato non ci sia stato da parte delle aziende sanitarie alcun supporto. I medici di base sono rimasti soli a gestire i pazienti e la miriade di criticità connesse alle quarantene, ai contagi e ai protocolli e dunque è plausibile aspettarsi la medesima gestione anche in relazione a tutte problematiche che emergeranno con riguardo ai tamponi.
MMG, i medici di serie B?
Come accade da anni i medici di famiglia, seppur con difficoltà e sacrificio, porteranno a termine anche questa gravosa incombenza per fare la propria parte in un momento difficile come quello attuale. Sarebbe però opportuna una riflessione sul futuro della medicina di base e di coloro che la praticano. I corsi di formazione specialistica in medicina generale sono, ancora oggi, pagati con delle borse di studio con importi irrisori rispetto alla remunerazione di tutte le altre specializzazioni. L’esercizio della professione, una volta ottenuto il titolo, diventa spesso una corsa ad ostacoli in cui la cura del paziente viene seppellita dalla burocrazia e dalle difficoltà quotidiane nelle quali i medici vengono lasciati soli, cosicché sempre meno giovani optano per questa professione prediligendo specializzazioni più remunerative e più prestigiose agli occhi della collettività. Occorre, dunque, una riforma e una seria presa di coscienza dell’importanza della medicina generale, che parta dal corso di formazione fino all’esercizio concreto della professione.
Per conoscere le nostre iniziative a tutela dei medici di base mettiamo a disposizione il servizio gratuito di Consulenza Legale.