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Blockchain: un’alleata per contrastare la costosa medicina difensiva

22/07/2022

La Blockchain può aiutare a ridurre la medicina difensiva, sia positiva sia negativa, che anche nel nostro Paese comporta costi molto elevati ed è un fenomeno sempre più diffuso tra medici e pazienti.

Blockchain: un’alleata per contrastare la costosa medicina difensiva

Ricoveri più lunghi del necessario anche quando perfino solo quello ambulatoriale è ritenuto sufficiente, prescrizioni in quantità generose di visite mediche, esami di laboratorio e medicinali. È definita “medicina difensiva” questa eccessiva (e costosa) scrupolosità di medici e degli altri operatori sanitari dettata dal timore di azioni legali intraprese da pazienti e dai loro famigliari per negligenza o malpractice che dir si voglia.

 

“Se da un lato i professionisti si sentono sempre meno tutelati dal sistema giudiziario vigente e facili vittime di una normativa sfavorevole, i pazienti dal canto loro sembrano perdere sempre più fiducia nei confronti degli esperti”, riflette Andrea Tortorella, AD di Consulcesi Corporate.

Che si tratti di medicina difensiva “positiva” o di quella “negativa”, questo modus operandi, ad eccezione dei Paesi scandinavi dove si tende a risolvere i contenziosi medico-paziente prima in sedi diverse da tribunali come, per esempio, i comitati disciplinari medici, sembra si stia diffondendo sempre di più nei Paesi definiti ‘economicamente avanzati’.

 

Non fa eccezione l’Italia che nell’arco di dieci anni ha registrato un aumento delle richieste di risarcimento pari al 65% fino a collocarsi nel 2021 in cima alla classifica dei Paesi europei con “la più alta percentuale di cause legali giudicate in tribunale per condotta medica non professionale”, come riporta il Sole24Ore.  Portafogli pubblico alla mano, ogni anno spendiamo in medicina difensiva, e quindi in attività mediche che non impatterebbero effettivamente sulla salute dei pazienti, circa 20 miliardi di euro, poco meno del 10% della spesa sanitaria nazionale complessiva.

 

Medicina difensiva “positiva” e “negativa”

 

La letteratura scientifica la definisce ‘positiva’, o commissiva, quando il medico implementa il proprio operato prescrivendo visite e/o terapie superflue con uno scopo cautelativo preventivo e quindi al fine di ridurre la possibilità di cause legali per imperizia, mentre si parla di medicina difensiva ‘negativa’ (o omissiva) quando il professionista rifiuta di curare pazienti perché le procedure diagnostiche sono considerate ad alto rischio.

 

“Se i pazienti sono le prime vittime di questa pratica medica in preoccupante diffusione, non sono da meno i camici bianchi che vedono così una condizione lavorativa già stressante ulteriormente pesante e causa di malessere”, aggiunge Tortorella.

 

“La buona notizia è che oggi, grazie alla più recente tecnologia della blockchain, possiamo aiutare entrambi, garantendo maggior controllo e sicurezza in un settore tanto delicato quanto vitale come è quello sanitario”, prosegue il CEO anticipando la tematica di approfondimento al centro dell’iniziativa Tech2Doc, promossa dalla Fondazione Enpam e di cui Consulcesi è uno dei partner editoriali.

 

Come la blockchain può aiutare a ridurre la medicina difensiva

 

Nata per il mondo dei Bitcoin per garantire tracciabilità, sicurezza e immediatezza nelle transazioni finanziare, la tecnologia blockchain sta trovando rapidamente sempre più campi di applicabilità.

 

Dall’utilizzo di quest’ultima frontiera dell’innovazione tecnologica anche il settore sanitario può ricavare molteplici e significativi benefici in relazione per esempio alla formazione continua e obbligatoria in medicina o alla tracciabilità dei farmaci dalla loro produzione alla distribuzione finale.

 

Grazie alla “catena di blocchi” infatti, è possibile registrare dati e informazioni in modo da garantire la loro autenticità e immutabilità.

 

“La natura distribuita del database su cui è costruita questa tecnologia e l’impiego di algoritmi di crittografia ci consente di avere grazie a questa tecnologia dati certi, affidabili e non modificabili e, non meno fondamentale soprattutto in medicina, di avere un sistema di consenso che permetta solo a specifici soggetti identificati di poter accedere a detta informazione”, spiega Gianluigi Pacini Battaglia, dal 2017 Chief Strategy Officer di Consulcesi Group in un’altra intervista video realizzata sempre per il Progetto Tech2Doc.

 

“È facile dunque vedere come l’utilizzo di questa tecnologia può rivelarsi utile quando si parla di medicina difensiva poiché registrando protocolli e procedure messi in pratica su questi registri sicuri e accessibili, il medico potrà provare di aver operato in scienza e coscienza evitando quindi di dover ricorrere a prescrizioni non necessarie, mentre il paziente si sentirà più protetto non dovendo più subire ulteriori e invasivi esami o vedersi negato il diritto alle cure”, aggiunge Andrea Tortorella.

 

“Oltre quindi a ridurre i costi sociali che la medicina difensiva attualmente comporta, e a migliorare il complesso rapporto medico-paziente, l’impiego della blockchain risulterebbe portatrice di enormi vantaggi per il benessere mentale di tutte le figure coinvolte, riducendo in ultimo anche i costi a carico delle compagnie assicurative”, conclude l’AD di Consulcesi Corporate riassumendo sinteticamente i molteplici pro di questa tecnologia tutta da scoprire.

 

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